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Diario di bordo, C5Live incontra Ricardinho: "Io gioco, voi dovete riempire i palazzetti"

 24/09/2016 Letto 1117 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Pietro Santercole
Società:    VARIE





#COLOMBIA2016, DAY 13 - Dall'alto del Cristo Rey di Cali, un centinaio di metri più basso, con la barba e la testa alta rispetto a quello più celeberrimo del Corcovado di Rio, c'è una vista "bacanissima" (meravigliosa, come dicono i Calenos), pazzesca, mozzafiato. Un solo buco nero, quello dell'Intercontinental Hotel, non più tinto di Azzurro. La Nazionale ha preferito prendere l'aereo per tornare a casa a lavare i panni sporchi, piuttosto che volare a Medellin per sfidare l'Argentina di Giustozzi. C5Live è rimasta l'unica rappresentanza italiana al Mondiale.


SHOW MUST GO ON - La sconfitta con l'Egitto brucia ancora, a mente fredda rode proprio. Meglio mettere su youtube una canzone, quella di Freddy Mercury: show must go on. La vita dell'inviato è questa, d'altronde: nascondere o risolvere i difetti, cercando in ogni situazione i pregi di un'esperienza comunque unica. Già, il Mondiale ti accultura con i suoi giornalisti internazionali, con partite di un altro tipo, giocate a un certo livello, con la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con dei veri e propri top player. L'attuale Pichichi, uno su tutti. Il più forte di tutti.


IO SONO RICARDINHO - Lo chiamano O Magico. Ti accorgi subito che qui in Colombia c'è un extraterrestre venuto dal pianeta futsal, a miracol mostrare. In campo dà spettacolo, delizia ancora la platea con giochetti unici al mondo, fa cose strane, ma è maturato e ora gioca al servizio della squadra. Fuori dal campo si abbronza sotto le luci della ribalta. Si ferma con chiunque: foto, autografi, selfie, non dice no a nessuna intervista. Lui è Ricardinho, one man-show, il più grande sponsor della disciplina con il pallone a rimbalzo controllato. Lo sa. Eccome. "Sì, so di essere il referente del futsal, un onore per me, ma anche una responsabilità. No, non mi pesa". Sta facendo di tutto nella nazionale di Braz, il play, l'ala, il bomber a causa dell'infortunio di Cardinal. Nessun problema, lui sta al futsal come Cristiano Ronaldo sta al calcio. Undici reti in quattro partite, nessuno come lui, neanche Falcao, l'esempio che ha voluto seguire sin da bambino. "Sì, lui è il migliore, il mio punto di riferimento". Falcao, però, è tornato a casa e chissà se lo rivedremo mai più a una kermesse iridata. Nel Mondiale delle sorprese non ci sono il Brasile e l'Italia nei quarti, è rimasta solo la Spagna delle quattro semifinaliste di Thailandia 2012. "Non mi aspettavo certe eliminazioni - sottolinea - è la dimostrazione che il futsal sta crescendo. Ora i favoriti sono quelli che marcano gol, uno in più degli avversari". I lusitani sognano con O Magico. Il "craque" di Gondomar resta sul pezzo. "Undici gol fanno certamente piacere, è una bella sensazione, ma noi giochiamo di squadra. Non state vedendo il miglior Ricardinho, ma il miglior Portogallo. Bisogna continuare a pensare partita per partita". Sotto, allora, con l'Azerbaigian.


IL MESSAGGIO - Ricardinho è tornato a Cali per incrociare i destini, domenica, della rinnovata nazionale di Miltinho, il successore di Tino Perez. Sono due le sue missioni. Continuare l'avventura colombiana con il suo Portogallo e contribuire alla crescita del futsal, uno sport dalle grandi potenzialità, ma ancora troppo giovane e di nicchia. "Il messaggio? Io gioco al massimo in campo, do tutto - conclude - ma per crescere bisogna capire che, in generale, c'è bisogno di pubblico. Capisco che la Colombia è stata eliminata, ma si deve trovare il modo per far venire più gente a vedere le partite. Al palazzetto il futsal è più bello". Messaggio ricevuto, grazie Magico.

 

Pietro Santercole



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