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#Colombia2016, Yo soy el Diego. E zitti tutti! "I favoriti si vedono in campo!"

 02/10/2016 Letto 836 volte

Categoria:    Nazionale
Autore:    Pietro Santercole
Società:    ARGENTINA





#COLOMBIA2016, IL PERSONAGGIO - Non poteva essere che un altro Diego a portare l'Argentina, in un altro sport, sul tetto del mondo. Proprio come Maradona nel calcio a undici, Giustozzi ha saputo creare quel "barrilete cosmico" plasmando una squadra a sua immagine e somiglianza e trasformando un gruppo da ottimo a vincente. Il commissario tecnico della Selecciòn celebra le gesta dei suoi campioni nella conferenza stampa con tanto di "gavettone". Non lesina nemmeno qualche frecciata.

 

YO SOY EL DIEGO - "Dal primo giorno che sono arrivato, sapevo come dovevamo lavorare. Pianificazione, passione e tattica. Ho avuto la fortuna di trovare l'appoggio del 99% delle persone. Ora sono contento per l'intero paese, meritava questa soddisfazione. Nessuna selezione al mondo ha mostrato sul campo i valori dei miei". Un successo, quello Albiceleste, che parte da lontano. "Abbiamo iniziato praticamente con nove giocatori, perché molti non volevano venire in nazionale. Ci sono stati giorni difficili, io ho cercato di far appassionare la gente, cercando di cambiare la mentalità di una squadra che è sempre stata forte. Quando ho capito che potevamo vincere il Mondiale? Nella gara con Costa Rica. E' stata durissima pareggiare, lì ho capito che sapevamo anche soffrire e che stava nascendo qualcosa di grande".

 

LA FRECCIATA - Nella fase a eliminazione diretta l'Argentina non ne ha sbagliata una. E' riuscita ad abbattere il fortino di un'ostica Ucraina con un tiro libero ai supplementari, trasformato da Cuzzolino. Ha ridimensionato il successo dell'Egitto sull'Italfutsal con una cinquina ai Faraoni, dimostrando di essere semplicemente di esser superiore a tutte le altre. Zittendo, soprattutto, certa stampa sudamericana. Che non ha mai visto nella Selecciòn un reale squadrone. "Mi hanno dato molto fastidio i prepartita contro Portogallo e Russia. Noi eravamo sempre sfavoriti, chissà poi perché - conclude - bene, i favoriti si vedono in campo. E noi l'abbiamo dimostrato, con testa e cuore". Al resto ci ha pensato un allenatore nato sui banchi di Coverciano.

 

Pietro Santercole



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