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C'era una volta l'Italfutsal: si va avanti fra silenzi assordanti e provocazioni?

 08/04/2017 Letto 3769 volte

Categoria:    Nazionale
Autore:    Pietro Santercole
Società:    ITALIA





C'era una volta l'Italfutsal. Una squadra amata e vincente, spettacolare in campo, seguitissima sui social, da sold out sugli spalti. C'era e forse non c'è più. L'amara costatazione che esce fuori dal Main Round per Euro 2018. La Nazionale di Menichelli mantiene fede al pronostico, vince in rimonta e di ripresa, a fatica, con la modesta Bielorussia, ventesima nel Ranking Futsal. Magari si ripeterà con l'Olanda, batterà la Georgia e chiuderà a punteggio pieno il girone di Tbilisi, staccando - speriamo - il pass per la kermesse continentale in programma a Ljubljana dal 30 gennaio al 10 febbraio 2018. Comunque vada, c'è poco da gioire.

SILENZI ASSORDANTI - Tutto comincia dal raduno di Roma. Praticamente un bunker. Menichelli non parla. Spunta l'intervista ufficiale di Gabriel Lima da Tbilisi, il sesto decano della storia dell'italfutsal, ma è come se in una conferenza stampa pre-gara di qualsiasi sport che va per la maggiore, o nel pre-Europeo per restare in tema, si presentasse Buffon ma non Allegri, Buffon ma non Ventura. Fra i 17 convocati non ci sono più Manfroi, Crema, Mentasti e Castagna, i volti nuovi del post disastro mondiale di Cali. Ma non si può sapere il perché. Domandare, senza fare polemica, perché ci sono Calderolli (mezza stagione in A2 col Dem), di nuovo Romano e Fortino (sempre esclusi dopo il Mondiale), oppure Patias (mai più chiamato dopo Euro 2016) sarebbe lecito, ma, a quanto pare, rispondere non è cortesia. I silenzi assordanti sembrano provocazioni in Georgia.

GUERRA FREDDA - Montemurro vola a Tbilisi, sperando di veder giocare più italiani che italo, come più volte ribadito in tutte le interviste fatte al riguardo. In realtà ci sono 9 italo, ma gli 8 italiani doc presenti diventano inspiegabilmente 5. A dispetto delle richieste presidenziali. Mammarella, papà per la seconda volta, anziché vivere i primi giorni del piccolo Davide, vola in Georgia a fare il terzo portiere, per subentrare eventualmente in caso di infortunio di uno fra Molitierno o Putano, come Fusari (top scorer fra gli italiani doc con 14 reti in A) e il gioiellino Fortini, il nuovo che avanza, che ha contribuito alla salvezza della Lazio. Esclusioni che fanno rima con provocazioni, perché a causa dei silenzi assordanti, può valere tutto: si può pensare che non esiste un ricambio generazionale, si può pensare, magari, che ci sia in atto una guerra fredda fra un ct che sta zitto ma intanto corre in una direzione diametralmente opposta rispetto a quella del nuovo presidente. Si può pensare qualsiasi cosa. Silenzi assordanti e guerra fredda? C'era una volta l'italfutsal. Se fosse una favola, non sarebbe a lieto fine.

Pietro Santercole



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