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La promozione di Carlesi: "Prato, sono lusingato di questa opportunità "

 15/05/2017 Letto 997 volte

Categoria:    Serie A2
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    PRATO





Promosso dal settore giovanile, mister Mirko Carlesi entra nello staff della prima squadra biancazzurra divenendo, insieme a Cristian Bini Conti, il vice di Suso Rey: “E’ una grande opportunità di crescita, posso solo ringraziare la società”. L’intervista.


Bella promozione per mister Carlesi, che diviene vice allenatore in serie A2. Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
Per me è un’opportunità unica, il Prato C/5 è il club più blasonato della Toscana. Sono lusingato dalla proposta della società e dalle parole di mister Suso. A livello personale, questa per me è una possibilità di crescita. Non è moltissimo che sono nel calcio a 5, devo cercare di sfruttare tutte le chance che ho per poter migliorare. Ringrazio la società per la fiducia che mi ha dimostrato. Sul piano sportivo parlo un po’ anche da tifoso, perché io sono di Prato ed ho il Dna pratese e laniero al cento per cento: mi piacerebbe coronare un sogno, il ritorno nella massima serie, città e società lo meritano. Il lavoro sarà tanto e spero anch’io nel mio piccolo di dare il mio contributo. Colgo l’occasione per ringraziare anche tutti i ragazzi dell’Under 21 di quest’anno, spero di collaborare col maggior numero possibile di loro anche nella prossima stagione. Sono ragazzi che valgono, quest’anno abbiamo disputato un ottimo campionato per le possibilità che avevamo. E poi devo ringraziare la persona che parlò con me l’anno scorso per portarmi qui al Prato C/5, cioè Stefano Tesi. Gli devo tutto, le mie esperienze, la mia passione per il futsal dovuta a lui che mi ci ha coinvolto, il modo di giocare, quello di rapportarmi verso i giocatori. Ho preso tanto da Stefano, spero nel tempo di arrivare a fare almeno un decimo di quello che ha fatto lui in questo sport.

Come sarà collaborare con mister Suso?
Mister Suso è un tecnico ed una persona encomiabile. Il primo elemento che mi ha fatto subito decidere di accettare questo ruolo così importante è legato soprattutto a lui. E’ un allenatore preparatissimo, collaborativo, se vogliamo anche aziendalista, nel senso che ha dimostrato di saper lavorare per la società con quello che la società gli mette a disposizione. E poi non è affatto presuntuoso. Già quest’anno, anche se ero nel settore giovanile, ho cercato di apprendere un po’ da lui. Se dovessi pensare alla persona più indicata con cui stare un anno insieme, sei giorni alla settimana, meglio di mister Suso non ce n’è. Vorrei spendere due parole però anche su Cristian Bini Conti: è una persona con una grossissima esperienza, io lo definisco “l’uomo che arriva sempre al momento giusto e dice la parola giusta”. E’ una persona che ci voleva come il pane, sono molto contento anche di questa collaborazione e non vedo l’ora di fare squadra con tutti e due. E poi con noi ci sarà Maurizio Zangirolami, con cui sono legato acnhe da rapporti precedenti quando eravamo al Coiano: negli anni ha sempre fatto un lavoro straordinario. Penso che a livello tecnico e tattico abbiamo una squadra fortissima e di livello.

Hai una lunga esperienza di calcio a 11. Quant’è diverso il futsal dal calcio?
Per famiglia e per tradizione sono nato col pallone in mano. All’età di tre o quattro anni avevo già un pallone, per me il calcio in generale è tutto. Ho fatto delle scelte in funzione del calcio a 5 perché penso che il futsal in questo momento può darmi emozioni che il calcio a 11, per tanti motivi, non può darmi. Lì ci sono ormai troppi soldi, troppi interessi in gioco. La differenza tra i due sport, anche se entrambi si giocano coi piedi, è abissale. Sono due discipline totalmente diverse. La cosa su cui voglio insistere di più è il fatto che chi viene a fare futsal non deve pensare “a calcio non sono riuscito, provo a calcio a 5”, ma invece “voglio provare a fare uno sport diverso”, sapendo che qui il gioco è molto più difficile. Più vado avanti più sono convinto della mia scelta.

Qual è l’aspetto più bello dell’allenare?
Quello dell’allenatore è il ruolo più difficile. E’ vero, a volte ci vengono riconosciuti dei meriti quando le cose vanno bene, ma le responsabilità sono tantissime e quando arrivano le sconfitte o le cose non vanno, è sempre l’allenatore a pagare, anche quando spesso la colpa non è sua. Perché io penso, e lo pensavo anche quando giocavo a calcio, che in fondo sono sempre i giocatori a fare la differenza in campo. Tutto ciò premesso, la cosa che più mi piace non è tanto la parte tecnico-tattica quanto il fatto di riuscire a comunicare, che è la cosa più difficile ed è un ambito dove devo ancora lavorare ed apprendere tanto. E’ sempre difficile ma è bello riuscire, a livello psicologico, mentale, ad entrare nella testa dei ragazzi. E’ questo l’obiettivo primario a cui aspiro.

Il primo punto fermo della squadra è Thiago Perez: contento della conferma del numero uno?
Dire contento è dire poco, e ringrazio Perez per le parole che ha espresso nella lunga intervista che ha rilasciato. Thiago è una di quelle persone che, sia in allenamento che in gara, dà sempre il cento per cento. E’ sempre disponibile per qualsiasi cosa, anche ad insegnare ai ragazzi più giovani negli allenamenti. E’ sempre sul pezzo al cento per cento, fa tutto quello che mister e società gli chiedono. E poi è il portiere più forte della categoria. E’ dura segnargli gol, se ne sono accorte le squadre avversarie quest’anno e sono certo che sarà così anche la prossima stagione.


Ufficio stampa Prato



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