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Honorio, 6 fantastico: "Da quel 19 aprile sono diventato un giocatore che usa la testa"

 17/06/2017 Letto 4234 volte

Categoria:    Serie A
Autore:    Pietro Santercole
Società:    LUPARENSE





L'INTERVISTA - Lo chiamano affettuosamente Negro. Sia chiaro, qui di razzismo non c'è traccia. Honorio è l'amico di tutti, perfino dei nemici sportivi. Dopo le vicissitudini di gara-1 delle Finals ha pensato bene di gettare acqua sul fuoco, con quel post al miele su Caputo che ha fatto il giro d'Italia. "Un'idea di mia moglie - racconta il capitano della Luparense - con Ricardo abbiamo giocato due anni insieme, lo conosco bene: in campo gioca duro, ma è un amico e una brava persona. Io credo che noi giocatori dobbiamo essere d'esempio". Come Honorio, appunto: un fuoriclasse dentro e fuori il 40x20.


6 STORIA - "Onore alla Luparense e al gruppo". Il top player dei nuovi campioni d'Italia ha vinto il suo sesto scudetto, da capitano e leader, sempre con quella maglia ormai tatuata sul corpo. Potrebbe bearsi di essere entrato nella storia e raggiunto Nora, nessuno gli direbbe nulla. Ma la grandezza di Honorio è insita nell'umiltà del campione. "Ci siamo sempre aiutati durante tutto l'anno, anche nei momenti difficili, ecco perché abbiamo vinto. Nora? Non ho niente da dirgli, è un mio amico, magari - ride - un giorno vinceremo un altro scudetto insieme". Ai #playoff2017 è stato semplicemente un Honorio dalle settebellezze, come i gol, due nelle Finals contro il Pescara, che guarda caso hanno portato punti pesantissimi ai patavini, sia in gara-1 sia in gara-4. "Due anni fa, ricordo ancora il giorno, era il 19 aprile, dopo il brutto infortunio - rivela - mi hanno detto che sarei diventato un giocatore con la testa". Mai frase più saggia e veritiera. Giù il cappello davanti a un fenomeno, in campo e fuori.


Pietro Santercole

*Foto: Marazzato



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