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Luparense: è lo scudetto di Andrea Franceschini. "Saremo sempre competitivi"

 28/06/2017 Letto 2315 volte

Categoria:    Serie A
Autore:    Pietro Santercole
Società:    LUPARENSE





L'INTERVISTA - Il tricolore del top scorer Mancuso, di un Edgar Bertoni cinque stelle, di Foglia unico nel suo genere. Di un Honorio da "6 un mito", di un Taborda che straborda e di un presidente, Stefano Zarattini, che sbanca al tavolo del Black Jack nell'anno numero 21 della storia della Luparense. Tutto vero. Come altrettanto vero che il sesto, storico, titolo della Luparense è lo scudetto di Andrea Franceschini. "Ho iniziato come aiuto segretario di Ferro, mi sono ritagliato questo ruolo e devo ringraziare il presidente. Sono cresciuto con Velasco. Certo che ci siamo messaggiati dopo i rispettivi scudetti - spiega - da lui ho imparato che l'importante è essere lì, nei grandi appuntamenti. Poi una sola vince, ma bisogna cercare di stare sempre lì". La Luparense non era affatto la favorita a inizio stagione, ha avuto il merito di diventarlo.

IL CAPOLAVORO - Il rampollo di San Martino, su cui il presidentissimo ha scommesso ormai 11 anni fa, cambia il volto del roster di David Marìn nel futsalmercato autunnale. Un lavoro certosino, ad hoc, vicino al capolavoro: "scambia" Bordignon con Brandi, prende Tobe dalla Cioli Cogianco, (ri)scommette su Adriano Foglia. La Luparense diventa una squadra di "Orchi", tutto muscoli e testa, cacciatori di scudetto. "Ci siamo preservate le cartucce per dicembre". Se la gode e se la ride il direttore generale dei patavini. Poi torna serio: "Tutti giocatori monitorati - continua - Tobe lo seguivamo dal 2014-2015, Brandi non ci abbiamo pensato due volte a buttarlo dentro. Adriano? Giocatore e persona speciale, il vero 10 che chiunque sogna di avere nella propria squadra: non ricordo quante notti in bianco passate, lo abbiamo aspettato, coccolato e rimesso in piedi. Un rammarico? Pedro". I Lupi cambiano pelle in inverno, sbocciano in primavera e fioriscono nei playoff2017: travolgono il Kaos in due incontri, domano l'Acqua&Sapone in tre, superando in 4 gare un rabberciato Pescara. "Finali esasperate dalla troppa tensione - dice - in gara-1 meritava il Pescara, su gara-2 non ci sono dubbi, in gara-3 abbiamo pagato noi una serie di fattori. Gara-4 meritavamo di vincere prima dei rigori". Già, i tiri dal dischetto di Ancona, un ricordo indelebile per Andrea Franceschini. "Ero dietro la panchina, dopo il rigore fallito da Cuzzolino ho sentito un boato dei nostri tifosi, ho impiegato 4-5 secondi a capire che eravamo campioni d'Italia. A dicembre ci siamo rafforzati, ma non credo che il nostro scudetto parta da lì, piuttosto penso sia il coronamento di un percorso lungo e complicato, nato due anni fa, dopo la mancata qualificazione in Coppa Italia. E' da lì che abbiamo creato qualcosa di importante. Non è merito mio se abbiamo vinto lo scudetto, ma è uno scudetto particolare".

SEI UNICA - A fine gara, ecco la maglia ricordo sfoggiata dai Lupi, quella con su scritto: "6 unica", andata a ruba e diventata un cimelio da collezione. "Ci hanno chiesto di rifarle perché è piaciuta molto. Sì, è stata una mia idea - ammette - Roma, per me, la città più bella del mondo; la Roma la mia squadra, anche se ormai tifo solo Luparense e guarda il calcio in un altro modo". L'omaggio a Totti non è poi così tanto implicito. Ma anche la Luparense ha il suo Capitano.

UN FOGLIO BIANCO - Andrea Franceschini a davanti a sé un foglio bianco mentre pensa a un futsalmercato degno di una squadra campione d'Italia. "Scrivo subito Honorio e Taborda, i nostri due pilastri". Già, Honorio: il Totti di San Martino di Lupari. "Tanta roba, non finisce mai stupire. Io ho iniziato con lui. Humberto è un giocatore che nel corso della sua carriera ha saputo trasformarsi e ha dei valori umani straordinari". Un po' come Taborda: "Colini gli ha insegnato le accortezze difensive - continua il diggì - Fuentes e Marìn completato il suo percorso formativo, è cresciuto tantissimo. Difficile, per me, parlare di loro due: sono troppo legato". Meglio descrivere Miarelli, il terzo nome da scrivere su quel foglio bianco. "E' da benvenuti al nord, un romano capace di ambientarsi nella nostra realtà". Luparense, un club capace di portare un paese di 13mila persone in qualsiasi angolo del mondo futsal, l'Inter Movistar di noialtri, con le dovute differenze. "La Luparense non si dimentica - rimarca - subito dopo lo scudetto i primi quattro sms che ho ricevuto sono stati quelli di Leitao, Bissoni, Giasson e Fuentes". Ora, però, è tempo di ripensare al futsalmercato.

LA STRATEGIA - Tobe al Peñíscola, Brandi sempre in Spagna (al Jaén, con Giasson), Coco promesso sposo dell'Acqua&Sapone, forse insieme a Edgar Bertoni, Mancuso verso il Maritime. Foglia chissà se resta. Roba da far preoccupare i tifosi. Non certo Andrea Franceschini: calma serafica, sempre sul pezzo. La strategia della Luparense assomiglia a una celebre frase spagnola: "sin prisa, ni pausa". Senza fretta, ma nessuna pausa. "Credo che in questo momento dobbiamo aspettare - conclude - prima o poi inizieremo anche noi e saremo sempre competitivi". D'altronde c'è il ritorno in Uefa Futsal. "Difficile essere all'altezza delle super potenze europee in termini di budget economici, ma vogliamo fare bella figura. Ci sono vari aspetti da considerare: il regolamento in Italia va verso un certo indirizzo e nelle gare secche può succedere di tutto. Pensiamo prima a qualificarci nel Main Round (che la Luparense ospiterà, ndr), ci vuole giusto entusiasmo". Al roster penserà il rampollo di San Martino di Lupari, insieme a David Marìn. Un bel punto di (ri)partenza.

Pietro Santercole 



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