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Open day Fabrizio Correra: "Io, il futsal e la mia scuola calcio in Brasile"

 06/08/2017 Letto 1081 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    VARIE





IL PERSONAGGIO - E' volato nella sua seconda patria per trasformare un rimpianto in un'idea. Aprire una scuola calcio nella terra dove il futsal partorisce anche futuri campioni di calcio. Ora Fabrizio Correra è pronto a tagliare il nastro per l'open day Centro Fabrizio Correra, griffato Inter Movistar. Un progetto che prevede corsi fino a dicembre 2017, dagli Under 8 fino agli U18 maschili. Da gennaio 2018, poi, è prevista anche la sezione femminile.

Fabrizio, da dove nasce l'idea della scuola? Perché proprio San Paolo?
L'idea nasce da un rimpianto. Il Cfc era la mia scuola calcio a Caserta che sono stato costretto a chiudere . Sorvolando sui motivi, mi è rimasto dentro un senso di rivalsa che mi ha portato a riproporla nella mia seconda patria, il Brasile. Ho scelto Sao Paulo perchè è la città, lo Stato, dove si respira futsal piu che in qualsiasi altro posto del Brasile.

Chi saranno gli insegnanti?
A Sao Paulo ho creato una sinergia con la scuola Chuà di Robson Costa, che metterà a disposizione i suoi tecnici. Per interderci la scuola Chuà è confluita nel Cfc.

Quale obiettivi, a medio-lungo raggio, ti poni?
Io ho una idea di scuola sperimentata in una realta difficile come Caserta, per cui mi sento pronto per questa sfida. L'obiettivo è quello di creare un giusto mix tra la metodologia spagnola e la materia prima che c'è in Brasile. Mi intriga molto: voglio creare un format da riproporre poi in altre citta del Brasile.

Hai ottenuto l'appoggio del club più prestigioso al mondo. Quanto è stato importante l'apporto dell'Inter Movistar e come lavorano loro nello specifico?
Quando ho presentato il progetto all'Inter sapevo di presentare una novità. Poi c'è stata la telefonata di Javi Lorente che mi ha invitato a Madrid per dettagliarla. Hanno deciso di appoggiare l'iniziativa e puoi ben capire il mio entusiasmo. Sono da 20 anni in questo settore, ma la firma di Lorente sul nostro accordo per me resta la pietra miliare della mia carriera. Il Responsabile del settore giovanile mi ha fornito il materiale con le linee guida. Parliamo di un livello top. Metodologia ovviamente diversa da quella sudamericana. Con i tecnici brasiliani ho spiegato i miei obiettivi".

Sei nel futsal da tanti decenni, un grande conoscitore del calcio a 5 internazionale: come viene vissuta questa disciplina fuori dall'Italia?
In Spagna c'è una professionalità elevata, in Brasile sono rimasto colpito dall organizzazione. Ecco professionalità e organizzazione che non trovi sempre in Italia, dove fin troppo spesso si improvvisa.


Per essere un intermediatore, bisogna sempre aggiornati sul futsal internazionale. C'è bisogno non solo di un'interazione con stampa e persone del posto, ma di una fitta rete di osservatori in giro per il mondo futsal. Ti senti anche un osservatore?
Io sono esclusivamente un osservatore. Non ho altri che lavorano per me. Faccio questo lavoro da 20 anni e con il tempo ho un po' affinato l'occhio. Mi piace scoprire buoni atleti, soprattutto giovani. È piu rischioso, ma quando fai centro vieni ampiamente ripagato dal punto di vista professionale


Come è cambiato il mercato dei sudamericani in Italia
È cambiato rispetto ai miei inizi. Innanzitutto numericamente mi sono ritrovato 30 procuratori, tra ex atleti, atleti ancora in campo e direttori sportivi. E poi ci sono gli intermediari che operano come me da anni, che oggi sono leader del settore per competenza. Riposizionarsi oggi è difficile e a questo va aggiunto un regolamento per il primo tesseramento degli italo che, secondo me, va rivisto con urgenza. Occorre presentare il certificato di cittadinanza italiana e fare delle indagini a campione con l'aiuto delle forze dell'ordine. Ne va della sicurezza di questi ragazzi e della crescita della nostra disciplina.

Pietro Santercole



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