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Lokrians, questo è il Mardente style: "Ho una squadra di pazze, guardo solo in casa mia"

 09/08/2017 Letto 714 volte

Categoria:    Femminile
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    SPORTING LOKRIANS





Tra meno di quindici giorni gli saranno consegnate quelle che lui già chiama “le sue ragazze”, mister Gianluigi Mardente, calcettista prima e allenatore poi, reduce da sei mesi in A2 alla guida del Futsal Catanzaro, altri sei alla Futura Reggio in Serie B, che fino ad oggi si era confrontato solo con l’universo del futsal maschile, è pronto a guidare le guerriere lokresi nel prossimo e difficilissimo campionato di serie A, il primo a girone unico. Lo abbiamo sentito per conoscere un po’ meglio il Mardente-style, e lui, senza remore, ci ha detto cosa pensa, come vorrà affrontare questa nuova e difficilissima avventura e dove vuole arrivare.


Prima esperienza nel mondo femminile, cosa ti motiva e cosa ti spaventa di questa nuova avventura?
Motivazioni e paura viaggiano a braccetto. Più sei motivato e più c’è lo spavento che qualcosa possa andar storto. Per fortuna, quest’anno come l’anno scorso, non ho paura di aver paura. Con le donne è diverso, per esempio non le potrò simpaticamente insultare dalla panchina come facevo con gli uomini perché non credo sia proprio elegante. Sembrerà strano ma non posso nemmeno baciarle e stringerle forte, come invece ero solito fare con gli uomini per creare lo sfottò nello spogliatoio. Inventerò altro, qualcosa faremo per essere una cosa sola. Anche perché altrimenti mi annoio e non va bene. Mi spaventa anche il fatto che devo bussare prima di entrare nello spogliatoio: una regola contro il calcio mondiale. Me ne farò una ragione. Cosa mi motiva? La professionalità dello Sporting. Non esistono donne o uomini, esiste lo sport. E lo sport ad alti livelli è una cosa seria che non tutti possono fare. Lo Sporting è una delle poche società di futsal in Calabria che ha un metodo, una programmazione, un progetto, uno staff. Zadotti ragiona da professionista ed è un presidente con una mente pensante. Qualche volta pensa al contrario rispetto a me ed è per questo che mi esonererà molto presto, però almeno con lui mi posso confrontare su qualcosa di intelligente. Sono qui perché Zadotti non fa la squadra per scaricare la fattura della panetteria, ma fa sport per creare un’immagine, muovere un business, dare professionalità, strutturare una società, stimolare il movimento. Insomma, questa è una squadra di serie A per davvero. Molte altre si travestono da squadre e invece sono un simpatico branco di amici: non c’è nulla di male per carità, ma io ambisco ad altro.

Tra quindici giorni, per l’inizio del ritiro, ti sarà consegnato il gruppo. Dove vuoi portarlo? Che risultati ti sei prefissato?
Lo porto dove mi dice il cuore. Lo porto a vincere. E per vincere non s’intende arrivare primi, secondi o terzi. Vincere è un principio e un valore complesso: vincere significa migliorare se stessi. Significa trovare un senso a quello che fai, capire che lo sport ti indica la strada per la vita, ti aiuta a socializzare, ti rende migliore. Vincere significa allenare Giuliano, Nasso, Violi e Cacciola e fare in modo che siano sempre più pronte quando saranno convocate in nazionale. Vincere significa portare qualche altra nostra giocatrice da Menichelli. Vincere significa far vedere che sapremo giocare a futsal e che non molleremo un centimetro in nessuna partita. Vincere significa stare unite dal primo all’ultimo giorno. Talmente unite che se una di noi prende la febbre, ci prendiamo tutti la tachipirina perché sentiamo la sofferenza inside. Questo sarà il gruppo Sporting in Mardente style: almeno me lo auguro. Il problema è che quando mi consegneranno il gruppo farò quello che ho sempre fatto con gli uomini: tutti in cerchio ad abbracciarmi. Ergo, potrebbe non esserci un secondo giorno. Oppure, chissà, sono già con le braccia aperte e mi stanno aspettando come io aspetto loro.

La Serie A vedrà 17 squadre al via, che per la prima volta si sfideranno in un girone unico. Cosa pensi di questa formula?
La formula a 17 squadre? Un campionato da professionisti in uno sport di dilettanti. Speriamo lo abbiano fatto proprio per dare un’impronta professionale, ma che ancora non c’è ed è un dato di fatto che avrebbero dovuto misurare. Sarà tosta, tostissima. 32 gare sono tante e la stagione sarà lunghissima. Dimenticate il campionato dello scorso anno, non c’entra nulla. Questo è molto più impegnativo sotto tutti i punti di vista. Sarà più dura sotto l’aspetto mentale, tattico, tecnico, atletico e anche gestionale/logistico. Questa formula la devi approcciare dal primo giorno con una mentalità da professionista altrimenti ti bruci. Nel corso dell’anno potremmo avere molte sorprese: in campo e fuori. Noi dobbiamo partire subito bene e comprendere che ci aspetta un anno da minatori.

L’Olimpus l’anno scorso dopo aver costruito una corazzata ha vinto abbastanza agevolmente il campionato. Credi possano facilmente ripetersi? Qual è la squadra che temi di più?
L’Olimpus? A me dell’Olimpus non me ne frega niente. E nemmeno della Ternana, della Lazio e del Fasano. Io penso allo Sporting. Con tutte le cose che ho da fare, penso se l’Olimpus si possa ripetere? Problemi loro. Noi dobbiamo pensare a noi, al fatto che siamo una buona squadra ma che se non lavoriamo al 110% tutti i giorni rischiamo di perdere con chiunque. Ma se lavoriamo al 110% tutti i giorni, noi abbiamo vinto e quindi delle altre non me ne frega nulla. Non so nemmeno il futsal mercato. Io penso 16 ore al giorno al mio Lokri, poi per fortuna non soffro di insonnia e la notte dormo: non ho tempo per pensare alle altre. La squadra che temo di più? La mia. Ho una banda di pazze ma troppo belle, simpatiche ed intelligenti. Hanno un cuore grande, si capisce subito. Ma sono talmente intelligenti che mi potrebbero incantare nel giro di 3 giorni. E non va affatto bene. Venite ad abbracciare il mister, si comincia…e che la festa abbia inizio. Ps: chi mi cucina in ritiro? Organizzate i turni, grazie. Vi amo.


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Ufficio Stampa Sporting Lokrians



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