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Torres, parola di presidentessa. Serauto: "Costruiamo qualcosa di importante"

 05/10/2017 Letto 700 volte

Categoria:    Femminile
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    TORRES





E’ senza dubbio il punto di riferimento della società, la persona che tutte le squadre vorrebbero per competenza, qualità umane e dedizione alla causa: Rossella Serauto, la Presidentessa della Torres C5, si è concessa ai nostri microfoni tra obiettivi stagionali, sogni ed ambizioni per il futuro, aprendo le porte al progetto rossoblu che se sarà supportato a dovere donerà alla città di Sassari lustro e nuovi onori colmi di soddisfazioni.

Presidente, mancano davvero pochi giorni all’esordio a Verona. La squadra è pronta per poter disputare un campionato competitivo?
”A mio avviso si, sotto tutti i punti di vista. L’intera squadra ha lavorato molto bene perché la preparazione è stata molto meticolosa, dura ed intensa, le nostre ragazze l’hanno affrontata seriamente e con tanta professionalità. Il gruppo si sta affiatando sempre di più, le nuove si stanno integrando bene e ci sono tutte le premesse per fare un campionato competitivo.”

Il girone A è cambiato rispetto alla scorsa stagione: che vantaggi o svantaggi comporta questo cambiamento forse un po’ inusuale?
”Sostanzialmente, i vantaggi – se si possono chiamare tali – rappresentano le squadre che già conosciamo perché sappiamo più o meno come affrontarle. Certamente non possiamo sapere se e quanto possono essersi rinforzate, però è comunque qualcosa che conosci perché mentalmente hai già vissuto quella situazione e questo aiuta le giocatrici ad affrontare certe partite. Le neopromosse sono totalmente un’incognita, un po’ come noi l’anno scorso perché abbiamo dato filo da torcere a chiunque; dunque è difficile fare previsioni perché non sappiamo chi potremmo trovare. Può anche darsi che molte di queste squadre siano attrezzate per salvarsi e una volta raggiunto l’obiettivo proveranno a fare un bel campionato. Alla fine dei conti, affrontare un girone come quello che ci aspetta comporta sicuramente più svantaggi.”

L’anno scorso per noi è stato un anno di transizione, essendo una neopromossa assoluta della categoria nazionale. Dopo un anno di esperienza, quanto è cresciuta la Torres dentro e fuori dal campo?
”Quanto sarà cresciuta dentro il campo, come citano alcuni allenatori molto famosi, lo possiamo soltanto capire con certezza a marzo-aprile. Potremmo farci un’idea a metà campionato quando i valori usciranno. Posso dire che ci sono tante premesse per fare bene, le sensazioni sono positive e siamo davvero fiduciosi. All’esterno, invece, la squadra è migliorata tanto: basti pensare agli spettatori e ai like su Facebook che sono aumentati nel corso della stagione e ancor di più nei mesi scorsi. Questo ha creato un ”effetto domino” di cui andiamo davvero fieri: la gente comincia a seguirci, abbiamo diverse richieste da diverse ragazze, anche giovani, che vogliono venire da noi e questo vuol dire che stiamo costruendo qualcosa di buono ma soprattutto di positivo. Piano piano la gente si sta avvicinando a noi perché stiamo cercando di aumentare la crescita del movimento a Sassari.”

Il salto dalla Serie C alla Serie A: il campionato nazionale ha sicuramente portato delle differenze a 360°. Quanto è cambiata la società nella programmazione annuale e nel lavoro dirigenziale?
”E’ cambiata totalmente, senza ombra di dubbio. La programmazione del campionato regionale richiede una mole di lavoro che paragonarla al livello nazionale è irrisoria. Per un campionato come il nostro ci avvaliamo dell’aiuto di 8 dirigenti, ma se qualcuno volesse darci una mano sarebbe decisamente un aiuto gradito… Tra gli spostamenti, le pratiche burocratiche che sono molto più rigide e complicate, solo per citare alcuni aspetti, ci fa capire quanto sia difficoltoso portare avanti un determinato discorso se si vuole cercare di crescere e migliorare. Sono davvero due mondi completamente differenti, la Serie A è una realtà davvero competitiva e penso che dovremmo essere classificati come professionisti perché l’impegno e tutto il resto è di quel livello.”

La società si basa anche e soprattutto sugli sponsor: come mai per una realtà come la nostra diventa difficile avvicinare nuovi ‘partners’?
”Diciamo che siamo una bella realtà, abbiamo ottenuto ottimi risultati e un exploit non indifferente nel corso degli ultimi 3 anni, visto che il calcio a 5 femminile ha avuto un boom non indifferente in questo lasso di tempo. Di contro, qui a Sassari ci sono realtà più grandi di noi – ad esempio il calcio maschile – ma anche la Dinamo, realtà più grosse e più importanti che prendono questi ”spazi” alle società ‘minori’. A Sassari il calcio maschile ha sempre più visibilità e un occhio di riguardo, sovvertire questa gerarchia è difficile. Siamo comunque molto contenti delle realtà sarde che ci stanno supportando e che hanno deciso di sposare la nostra causa con reciproca soddisfazione. E’ pur vero che il momento economico non è dei migliori e ciò incide, ma è altrettanto vero che il movimento femminile, seppur nazionale, rispetto ai maschi è ancora messo in secondo piano.”

Che obiettivi si è posta la Torres per il presente e per il futuro?
”Per il presente l’obiettivo è raggiungere i playoff e se possibile disputare anche le final four di coppa Italia. Fermo restando che l’obiettivo primario è la salvezza, dobbiamo mantenere i piedi per terra e non avere la presunzione di voler raggiungere un obiettivo importante senza perdere di vista la nostra dimensione. Ciò non vuol dire che non guardiamo avanti con fiducia ed ambizione, sia perché le abbiamo e sia perché stiamo lavorando proprio per questo e per migliorarci sempre di più. Per quanto riguarda il futuro, la nostra programmazione a medio-lungo termine prevede – se sarà possibile – di riuscire a creare un settore giovanile e fare un campionato ragionale per consentire alle giovani, e a chi giocherà meno, di non subire troppo il salto dalla C alla A, per certi versi abissale. Gli obiettivi sono quelli di disputare dei campionati di Serie A importanti e un giorno provare a fare il salto nella Serie A Elite. Prima di guardare troppo oltre vorremmo creare una base che è appunto il settore giovanile, in maniera tale da far crescere i giovani talenti e attingere dal vivaio per il futuro.”


Stefano Migheli
Ufficio Stampa Torres



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