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La scalata di Andrea Farabini, dalla D a vicepresidente Vicario della Divisione

 15/11/2017 Letto 3951 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Pietro Santercole
Società:    VARIE





Quei favolosi anni ’90. Mentre la nazionale di calcio tedesca vinceva i Mondiali delle Notti Magiche, Mike Powell superava il record del mondo di salto in lungo (in carica da 23 anni) con quell’incredibile (per l’epoca) 8,95, gli Oasis debuttavano con Definitely Maybe e la Sony immetteva sul mercato la primordiale Playstation, un giovane Andrea Farabini dava vita alla Palextra Fano, ignaro di quello che sarebbe successo nei successivi venti anni, dove avrebbe scritto pagine e pagine di storia nel calcio a 5. “La mia passione per il futsal nasce negli anni ’90. È iniziato tutto per gioco, insieme a un gruppo di amici con i quali disputavamo i tornei Uisp amatoriali. Nel 1997 decidemmo di provare il primo campionato FIGC”. È l’inizio di una scalata che porta quell’alto dirigente fanese, dall’animo ciclista, dalla Serie D a diventare il Vice Presidente Vicario della Divisione Calcio 5.

UNO SPORTIVO - Farabini parte con un bel vantaggio. “Fano è una città dove si è sempre giocato a futsal, sia d’inverno che d’estate, ci sono tanti tornei amatoriali e squadre tutt’ora storiche come l’Alma Juventus, che milita in Serie B. Con la Palextra ho fatto tutte le categorie, fino alla Serie A2”. Da buon ciclista, il numero uno fanese spinge sempre sui pedali. “Da presidente parto sempre da un presupposto - spiega -, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Sì, è vero - sorride -, sono uno sportivo: sono convinto che stare in forma fisicamente aiuti la mente e ti faccia vivere meglio. Mi piace molto il ciclismo, faccio tanti chilometri al giorno in bici: nasco velocista, ma con il tempo sono migliorato in salita”. E, appunto, la scalata continua. Aumentando la frequenza di pedalata.

UNA DECISIONE SOFFERTA - Il 2009 è uno snodo cruciale nella carriera di un Farabini che diventa Delegato Assembleare, mentre successivamente il suo Palextra Fano si unisce al Pesaro. “In quell’anno ho iniziato a partecipare ai primi consigli direttivi, poi ho dovuto fare una scelta molto sofferta, lasciare la vita sportiva e quella tipica adrenalina delle partite che un po’ mi manca, per dedicarmi alla politica sportiva”. Lo scalatore vede il Gran Premio della Montagna.


LE DIRETTIVE - “Essere Vice Presidente Vicario è un ruolo davvero complicato. Quando ti cali nella parte e sei sopra, capisci quei problemi che ci sono sotto, hai una differente prospettiva e agisci di conseguenza”. Il futsal deve risolvere delle difficoltà per migliorare ulteriormente. “Siamo uno sport giovane che deve ancora radicarsi nel territorio. Abbiamo una trentina d’anni, niente se si pensa al calcio, che ha un’esperienza di oltre 100 anni, o ad altre discipline sportive storiche come basket e pallavolo. Noi possiamo e dobbiamo lavorare per arrivare ai loro livelli”. Con l’arrivo di Andrea Montemurro alla guida della disciplina sportiva con il pallone a rimbalzo controllato, c’è stato un considerevole scatto verso la notorietà. Che fa rima con visibilità. “È sotto gli occhi di tutti quello che stiamo facendo - continua Farabini – nel weekend basta aprire Facebook per capire quante partite si possono vedere adesso in diretta streaming, senza considerare che c’è la televisione, Sportitalia, Fox Sports, Nuvola 61, e le dirette. Stiamo facendo un passo molto importante per il calcio a 5”. Bisogna continuare a pedalare, anche con un rapporto più pesante. Visibilità, ma non solo. “Credo che il secondo punto fondamentale per la crescita della nostra disciplina sia la parola: unione di intenti, da parte di tutti quanti”.


CONSULTAZIONI - Farabini è un Vice Presidente Vicario impegnato in una classicissima. “Montemurro ha delegato me e Vittorio Zizzari le consultazioni. A giorni ripartiranno”. Qualche piccola anticipazione. “L’idea è quella di dividerle non solo su scala regionale, ma anche in base alle diverse categorie. Io porto la mia esperienza sempre al servizio delle società. Il nuovo Government sta tracciando una nuova linea, che parte proprio dal solco”. Correndo, correndo si può arrivare sulla vetta: lì c’è un traguardo da tagliare. Possibilmente a braccia alzate.



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