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Cortina di ferro, Mantero: "Sorpresa? Per gli altri. Nel futsal contano le persone"

 23/11/2017 Letto 1292 volte

Categoria:    Serie C2
Autore:    Francesco Carolis
Società:    CORTINA S.C.





Il blasone, nel calcio a 5, è ancora un concetto relativo, vista la gioventù della disciplina, ma non mancano, nel panorama regionale e nazionale, gli esempi di realtà ormai diventate punti di riferimento. Nel ristretto lotto, senza dubbio, c’è il Cortina: a Via del Casale Piombino, una delle zone più nobili della Capitale, si mastica futsal da una vita. Crescita dei ragazzi secondo un progetto preciso, attenzione costante al settore giovanile, un occhio di riguardo per l’integrazione con il calcio a 11: gli ingredienti di una società seria e di livello ci sono tutti, la ricetta ha prodotto, nell’avvio di 2017-2018, anche una prima squadra da urlo. Dopo il trionfo in Coppa Provincia di Roma e il salto in C2, i ragazzi di Baric hanno già preso le misure alla nuova categoria: primo posto in un girone A che vive sul filo dell’equilibrio, grandi prospettive all’orizzonte. Niccolò Mantero, figlio dello storico patron Pietro, raccolta la realtà biancoverde con la soddisfazione di chi sta vedendo compiersi, a poco a poco, gli step di un percorso che ha sempre sognato, o meglio, costruito.



Cortina capolista solitaria dopo sette giornate: era questa l’aspettativa di inizio stagione o è una sorpresa?
“Sorpresa sì, ma per gli altri, non per noi. Nessuno si aspettava questa capolista, noi eravamo consci delle qualità della squadra e del mister, eravamo sicuri che avremmo potuto disputare un ottimo campionato. Il fatto che il girone sia così equilibrato lascia possibilità a tanti di sognare, noi siamo una di queste sognatrici e siamo molto contenti. Il gruppo è ottimo, i ragazzi sanno giocare a futsal e hanno dimostrato un attaccamento alla società che gli permette di dare in campo quel qualcosa in più per raggiungere la vittoria”.

Le prime sette racchiuse nell’arco di tre punti: il girone A è il più difficile della C2? Quali sono le rivali più accreditate per il vertice?
“Non so dire se il nostro sia il più complicato della categoria: ad esempio, in Coppa, abbiamo perso contro il Palombara, che appartiene al girone C ed è un’ottima squadra. Il raggruppamento A è equilibrato e bello: non c’è una formazione che uccide il campionato, ci sono tante pretendenti e questo lo rende più affascinante per tutti. Mi sembra che, tra le prime, il livello sia molto simile: tutte possono dimostrare le loro capacità e vincere o perdere tra loro. Non ci preoccupiamo di una rivale in particolare, ma solo di ottenere i tre punti sabato dopo sabato”.

Il Cortina è una società da anni presente nel giro del calcio a 5 regionale: com’è cambiato il movimento nelle ultime stagioni?
“Abbiamo iniziando puntando sull’aspetto ludico e della condivisione, cercando di creare una realtà sul territorio che fosse uno sbocco per i ragazzi: nel tempo, abbiamo dato un’impostazione più concreta al settore agonistico, iniziando a definire gli obiettivi in base alla qualità dei vari gruppi. Mi astengo dal decretare il calcio a 5 regionale in crescita o meno: quello che vedo è che la differenza la fanno sempre di più le persone, le società e come esse operano. Più che dall’alto, la qualità dell’insegnamento e del contesto la offrono le singole realtà, senza che vengano stimolate dai vertici del futsal laziale”.

Quali sono le prospettive a medio e lungo termine della vostra società? Quali progetti state portando avanti con il settore giovanile?
“Le ambizioni sono alte: l’obiettivo è mantenere l’Élite con i Giovanissimi e conquistarla anche con gli altri gruppi. Creiamo un percorso virtuoso per un ragazzo che, dal Settore Giovanile e Scolastico, entri a far parte dell’agonistica: c’è una struttura in cui stessi allenatori interagiscono tra loro, in modo da definire un percorso continuo e arrivare alla categoria seguente con le giuste conoscenze tecnico-tattiche. Ci siamo aperti anche al calcio a 11 e lo portiamo avanti di pari passo, cercando di farlo interagire con il futsal: i bambini giocano sui campi a 5, a 7 e a 9, in modo da le avere conoscenze, una volta iniziata l’attività agonistica, per fare ambedue gli sport. La propedeuticità del futsal sul calcio a 11 è indubbia: sono sport con differenze, ma l’uno è necessario per l’altro dal punto di vista tecnico”.

Sabato c’è il big match con il Vallerano: che gara ti aspetti? È una sfida fondamentale nell’economia del girone d’andata?
“Avremmo dovuto sfidare il Vallerano nelle amichevoli, ma, una volta diramato il girone, hanno preferito non affrontarci: la conosceremo sabato, ma sappiamo le loro qualità e osserviamo gli ottimi risultati che hanno raggiunto. Sarà una partita importante più sul piano psicologico che per il punteggio: imporsi in una gara tra pari classifica ti permette di avere un riflesso positivo sugli impegni successivi. La squadra è in salute, seppur con qualche assenza: siamo sicuri che i ragazzi andranno in campo, convinti dei loro mezzi, per vincere”.


Francesco Carolis



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