skin adv

Antonio Dario al centro del progetto: dal Calcio a 11 a delegato UEFA

 29/11/2017 Letto 1562 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Pietro Santercole
Società:    VARIE





Veneto, la regione che ha avuto il merito di innalzare il livello della disciplina sportiva con il pallone a rimbalzo controllato nell’era post “Sacro Romano Impero” calcettistico, spostando i confini della culla del futsal capitolino ed espandendoli fino al nord dell’Italia. Veneto, la regione di Chioggia, una delle società più antiche, del Petrarca Padova, di Arzignano e Marca Trevigiana, della Luparense: la squadra che in ventidue anni di attività agonistica ha vinto più trofei di tutti. Veneto, la regione che ha dato i natali ad Antonio Dario, uno dei personaggi più importanti nella campagna elettorale che ha portato Andrea Montemurro a iniziare una nuova epoca per il calcio a 5. Un calcio a 5 visibile a tutti, un calcio a 5 sport di grido e prodotto da esportare in Italia e, perché no, all’estero. Ne ha fatta di strada quel giocatore di calcio a 11 che sgambettava con la maglia numero 8, all’occorrenza la 10, nei campionati interregionali a cavallo fra la fine degli anni ’80, e gli inizi anni ‘90.


La conversione – “Sì, provengo dal calcio, ero un centrocampista quando i numeri individuavano i ruoli”. Poi la conversione al futsal. Che negli anni ’90 era ancora “calcetto”. “Un approccio del tutto casuale – ricorda Antonio Dario –, ho iniziato come cierre, per dirla alla spagnola. Ero un centrale, visto che a quei tempi la concezione dell’universale era differente. La prima cosa che mi piacque fu il piacere nel dominare la palla e la velocità di pensiero”.


Io e Ticli – Dario cresce nei campionati regionali, dove conosce allenatori affermati per quell’epoca, come Giuseppe Mungo e Fabrizio Rendina. Galeotto, però, quell’infortunio all’anca, che lo fa passare dal campo alla scrivania. Da qui il passaggio da giocatore ad allenatore, poi dirigente. “Ho iniziato nel Petrarca, lì ho conosciuto un giovane Velasco. Poi sono passato alla Luparense e non ho avuto dubbi nel portare l’allenatore spagnolo da Zarattini”. L’incontro con il Mago di Toledo è importante nella sua carriera, quasi quanto la grandissima amicizia con Salvatore Ticli. “Salvo è stato una persona importantissima per la crescita del movimento, aveva un impatto mediatico importante a livello di comunicazione, era innamorato pazzo di questo sport e lo viveva a 360 gradi. Sì, secondo me sarebbe andato d’accordo con Andrea Montemurro”.


Lo scatto – Ai giorni nostri, Montemurro vince le elezioni. E il futsal compie uno scatto importante. “Si è subito percepito un nuovo modo di fare comunicazione e promozione dell’attività. Ora il calcio a 5 è visibile in tutte le tv e radio, dappertutto. Adesso non si può più dire che manca visibilità, non ci sono più scuse. Stiamo dando alle società tutti gli strumenti per rendere al massimo il proprio prodotto”. I club sono sempre più al centro del progetto. Ma da un grande potere, derivano grandi responsabilità. “Dico sempre che il male di questo sport siamo noi: si parla troppo – continua Dario – e si agisce poco”. Ogni anno, purtroppo, ci sono delle squadre che o non iniziano nemmeno il campionato, oppure non lo portano a termine. Per un problema, ecco la soluzione. “Difficile ragionare sul budget e sulla gestione di un club. Le società, però, devono innanzitutto strutturarsi: non è possibile che ci siano un paio di persone a fare tutto. Il passo successivo? Bisogna puntare sulla formazione di nuovi tecnici, dirigenti e portare ancora di più il calcio a 5 nelle scuole. I campionati? La Serie B e anche la A2 una palestra formativa, la Serie A la nostra vetrina”.


Alla conquista dell’Europa – Antonio Dario è in un momento topico della sua carriera, può trasformare il suo sogno in realtà. “Sono stato indicato come un possibile componente Uefa”. Un delegato, come Fabrizio Di Felice. “Soltanto Italia, Portogallo e Croazia potrebbero avere due delegati – sottolinea –. Sono nel pieno del mio percorso formativo, ad agosto avrò il mio primo incarico in occasione del Preliminary Round”. Carpe diem. “Arriviamo nel momento migliore - conclude - Ceferin ha un occhio di riguardo per il futsal”. Bene così. Non resta che fare meglio.  



COPIA SNIPPET DI CODICE











-->