Colpaccio per il roster lariano allenato da mister Arellano. Tra le fila lecchesi arriva, direttamente dalla Serie A, Halimi, giocatore con un curriculum di altissimo livello, ricco delle esperienze con la Luparense, il Kaos, il Rieti e quella col Pesaro in A2, dominatore di campionato e Coppa Italia la scorsa stagione. Venuto qui per ripartire alla grande dopo l'infortunio.

LAMPO – Questo il genere di trattativa che ha portato Aldo Halimi alla corte di Esteban Arellano. “Il direttore Marcello Maruccia lo conosco da tantissimo tempo, abbiamo giocato anche contro alcune volte. Con lui c'è un rapporto umano molto forte, mi ha chiamato tante volte e mi ha fatto una corte serrata. Già in altre occasioni ci sarebbe stata la possibilità di venire al Lecco, Marcello mi ha detto che questa volta sarebbe riuscito a portarmi qui”, il racconto di Aldo che da pochissimo tempo ha raggiunto la sua nuova realtà. Una realtà ricca di motivazioni, che spiega lo stesso Halimi. “Prima di tutto posso cominciare una ripresa graduale, senza troppe pressioni; posso gestire con calma la mia guarigione, senza fretta. In più c'è la possibilità di fare bene, qui oltre ad esserci una famiglia, c'è una struttura societaria che vuole darsi una dimensione più grande. Questo mi fa molto piacere e auguro alla società di realizzare i suoi sogni”.

CUORE – Oltre alle componenti tecniche, ai desideri condivisi, ci sono aspirazioni che vanno oltre. La sua Albania non è riuscita a qualificarsi per la manifestazione continentale che andrà in scena a Lubiana dal 30 gennaio al 10 febbraio 2018, non avendo superato il girone con Azerbaigian, Ungheria e Bosnia. “Il mio secondo pensiero, dopo quello di tornare pienamente in forma. Da un anno non indosso più la maglia della mia nazionale e questo non è bello, per me. Molto probabilmente l'Albania farà un torneo a gennaio, una specie di Four Nations. Io ci voglio assolutamente essere, non voglio mancare anche quest'appuntamento”. Per farlo serve ben figurare, nel Lecco di Arellano: e Halimi è pronto a dire la sua.

Marco Panunzi

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