E' il remake della finale di Debrecen. Otto anni dopo Euro 2010, Portogallo e Spagna si ritrovano di fronte nell'ultimo atto di una kermesse continentale. Con una grande, enorme differenza. Stavolta c'è O Magico Ricardinho, che saltò per infortunio (contusione all'anca) l'Europeo ungherese.

QUI PORTOGALLO - R10 è certamente il personaggio della kermesse continentale, il probabile top scorer (già 6 gol all'attivo), il miglior marcatore marcatore della storia delle fasi finali di un Europeo, con 21 centri, uno in più del mito Eremenko. Ma sarebbe un grande errore catalizzare l'attenzione solo sul fuoriclasse di Gondomar. Braz è senza problemi di formazione, ha ha un roster al completo e maturo, pronto a conquistare lo scettro del Vecchio Continente. I Coelho non sono fratelli, ma André e Bruno sono stati tutti e due decisivi contro la Russia, Pedro Cary ha contribuito al successone contro l'Azerbaigian. Il portiere (sia André Sousa sia Bebe) il punto debole, per tutto il resto c'è lui: il Magico Ricardinho.

QUI SPAGNA - Venancio Lòpez non può disporre dell'infortunato Bufalo Lozano, ma, più in generale, ha dovuto adattarsi ai giocatori a disposizione. Gli anni passano per Ortiz e Miguelìn (la stella de ElPozo ha brillato solo in semi contro il Kazakhstan) così il tecnico bilbaino ha deciso di giocarsi il jolly: il "Multiusos" Pola. Suo l'unico gol contro l'Azerbaigian che ha regalato alla Roja il primato nel triangolare D, sua la sola rete iberica nei quarti con l'Ucraina. "Polazo" anche in semi con l'Azerbaigian, senza dimenticare le infinite chiusure difensive e le tante ripartenze, decisive per la transizione spagnola. Il fuoriclasse di Vigo (classe 1988) è uno dei cinque compagni di squadra di Ricardinho all'Inter Movistar, insieme a Bebe, Solano, Ortiz e il secondo portiere Jesùs Herrero. Un derby nel derby.

Pietro Santercole

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