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Vellucci volta pagina: "Cassio? Deluso, ma è stato un momento di crescita"

 28/02/2018 Letto 763 volte

Categoria:    Serie C2
Autore:    Francesco Carolis
Società:    CASSIO CLUB





Un profondo conoscitore della disciplina, che ha appreso da maestri di fama internazionale, ma soprattutto un vero appassionato, capace di farsi quasi 3000 km (clicca QUI per saperne di più) sui suoi amati treni per godersi dal vivo un Europeo. Tullio Vellucci va oltre il semplice allenatore di calcio a 5: basta un attimo per coglierne la simpatia, poco di più per valutarne una competenza fuori dal comune. La stagione 2017-2018, per il tecnico di San Cosma, è stata travagliata: è notizia recente la separazione con il Cassio Club, che aveva guidato nelle agitate acque del girone pontino di C2. La ferita è ancora fresca, ma, tra l’analisi di ciò che non è andato e uno sguardo generale allo sport che ama follemente, per Tullio è già tempo di voltare pagina.

Mister, da qualche settimana non siedi più in panchina. Senti la mancanza del campo?
"Dal 2008 non mi era mai capitato di terminare in anticipo la stagione, prima o poi doveva succedere. Non mi sembra vero di avere tanto tempo a disposizione per me. Per ora, non sento la mancanza, ma basta avvicinarsi a un campo o vedere un pallone che la voglia ritorna immediatamente".

Qual è il tuo giudizio sull’esperienza al Cassio? Ti aspettavi questa situazione e, a posteriori, cosa pensi delle tue scelte?
"A oggi, dico che avrei rifatto le stesse scelte, magari con gli anni potrei cambiare idea. Anche se le aspettative mi hanno deluso, per me è stato un momento di crescita. Nel calcio le cose possono cambiare all’improvviso, si sa. Oggi vinci e sei grande, poi magari perdi la partita più importante della stagione e a rimetterci è proprio l’allenatore. È molto frequente mettere da parte quanto è stato fatto di buono senza pensarci sopra, ma noi qualcosa lo abbiamo imparato e siamo abituati a questo".

Come valuti il girone D? Qual è il tuo pronostico sul finale di campionato?
"L’Heracles vincerà il campionato, ha una rosa completa fin dall’inizio: è una squadra in grado anche di autogestirsi, composta da elementi esperti ai quali sono stati integrati under di qualità. L’Anzio è un investimento per il futuro: è una squadra giovane, gioca bene e fa punti, è una realtà".


Quali sono le principali difficoltà che un allenatore deve affrontare a questi livelli?
"Si inizia sempre con tanto entusiasmo: ti propongono progetti, ma dietro questa parola, che può essere facilmente pronunciata da tutti, spesso ti accorgi che c’è il vuoto. L’allenatore, il più delle volte, paga scelte condivise con la società a inizio stagione, quando sembra prospettarsi un grande futuro e si pensa di essere nella società ideale. L’esperienza, poi, ti porta a gestire problematiche la cui competenza è di altre persone, che sistematicamente si smaterializzano per non affrontarli. È semplice: oltre al campo, bisogna pensare anche ad altro".

Trovi differenze tra quando hai iniziato ad allenare e il mondo del calcio a 5 di oggi?
"Di sicuro il movimento è in crescita, il calcio a 5 è più conosciuto e si sta integrando con il calcio a 11. A livello locale, non vedo grossi investimenti: sono anni che le strutture non vengono potenziate, forse, numericamente, sono anche di meno. I comuni sono in ginocchio e non aprono a terzi per darle in gestione in cambio di un investimento con la prospettiva di potenziare e migliorare la gestione stessa. Non ci sono incentivi per le società che vorrebbero avere una sede di gioco. La priorità è curare gli interessi personali, invece di investire sulla collettività. Per esempio, ci sono dirigenti a volontà, ma molti improvvisano: ciò è dovuta anche alla mancanza di formazione sul territorio, che dovrebbe ampliare le conoscenze sulle carte federali - aspetto che riterrei obbligatorio - le normative, la salute e la formazione dei calciatori, la condivisione dei problemi, eccetera".

Cosa c’è nel tuo futuro?
"Ce n’è di tempo per pensarci, mi godo l’ultima parte della stagione da spettatore. Buon campionato a tutti i protagonisti e agli appassionati di questa meravigliosa disciplina".


Francesco Carolis



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