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Il Ponte, parla Fiorentini: «Sono orgoglioso, è stata una grande lezione di vita»Âť

 27/03/2018 Letto 1557 volte

Categoria:    Serie C1
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    IL PONTE





Il calcio a cinque per Matteo Fiorentini rappresenta una grande fetta della sua vita. Dopo un anno difficile alla guida de Il Ponte, il mister della società di Villa De Sanctis può finalmente trovare sollievo da una salvezza miracolosa per come è avvenuta nei modi e nei casi specifici.

Difficoltà — Il progetto sposato a luglio 2017 da mister Fiorentini si è rilevato molto più complicato di quello che si poteva immaginare l'estate scorsa. “Sono stati mesi di grossa sofferenza e agonia sportiva — afferma il tecnico —. Per me lo sport rappresenta una fetta importante della mia vita e l’andamento generale non mi faceva stare bene. Nonostante questo siamo riusciti a portare a casa la salvezza proprio quando non ci credevo più perché stava diventando tutto molto complicato”. Per fortuna ho scelto persone che hanno un forte senso di orgoglio e una grande cattiveria agonistica. Proprio per questi valori abbiamo vinto le ultime tre partite e ci siamo salvati”. La mancanza di allenamento non ha scalfito la linea guida e nonostante il pochissimo tempo a disposizione mister Fiorentini è riuscito a fissare nella testa dei ragazzi quei concetti fondamentali che hanno permesso alla squadra di assumere una forte identità. Resta un po’ di rammarico per qualche partita persa o pareggiata. “Se penso a quanto poco abbiamo lavorato a causa di tanti impedimenti, come infortuni o problemi lavorativi, siamo riusciti a incanalare una serie di risultati favorevoli ma soprattutto siamo riusciti a vincere nella trasferta contro il Parioli. Per me — aggiunge il tecnico — quella è stata la partita che ci ha fatto salvare, anche per come l’abbiamo interpretata”.

Ringraziamenti — Un cammino del genere, senza i compagni giusti, rischia di finire nel peggiore dei modi. La fortuna del mister è stata anche il grande spessore tecnico e umano dei suoi giocatori chiave. “Se devo scegliere tre persone dico senza dubbio i due piccoli classe 1999, Luca Costantini e Francesco Gattarelli, hanno mostrato tanto carattere, in più Mariano Sabatino, classe 1977, ha giocato nelle ultime partite quasi sempre trentacinque minuti effettivi”. È ovvio però, come in tutti gli sport di squadra, che l’individuo forte se messo in un contesto collettivo di spessore risulta essere fenomenale. Infatti, secondo il tecnico: “Tutti i ragazzi sono stati fondamentali. Da capitan Griguolo ad Alessio Leandri passando per Sergio Anzalone e Gianluca Albani. Gianluca — aggiunge Fiorentini — lo ringrazio tanto perché ha rifiutato parecchie offerte anche migliori della nostra e invece ha scelto di venire qui per darmi una mano”. Un altro nome è sicuramente quello di Simone Topazi. “Nonostante i problemi lavorativi si è allenato poche volte con noi ma alla fine è stato determinante perché ha segnato tutti gol decisivi per la nostra salvezza. Ringrazio inoltre Flavio Bianchi, che si è venuto ad allenare con un menisco rotto, e Gabriele Nucera, anche lui si è impegnato tanto e alla fine si è rotto il ginocchio. Il mio pensiero va anche al portiere Carlo Cimini, protagonista lo scorso anno della promozione in Serie C1. Purtroppo la regola dell’under in campo mi ha costretto a prendere una decisione e io ho deciso di far giocare Luca Costantini in porta che ritengo sia già un fenomeno. Non è stata una decisone facile — aggiunge Fiorentini — e mi dispiace per Carlo perché non se lo meritava”. Ringrazio inoltre i piccoli della Juniores che sporadicamente venivano su a darci una mano, tra tutti Enrico De Crescenzo e Matteo Lorusso”. Il successo di una società però non si basa soltanto sui giocatori, ecco perché allora serve anche chi, dietro le quinte, fa si che i calciatori possano esprimersi al meglio. “Ringrazio infine, tutti i ragazzi dello staff. Davide Liberati, ingaggiato come preparatore dei portieri, è diventato una risorsa fondamentale come dirigente accompagnatore; poi Simone Costantini ed Emanuele Ciaravolo che mi hanno aiutato durante gli allenamenti, Simone De Cesaris che ha curato il nostro ufficio stampa e infine ad Alessandro Gattarelli. Proprio con “Sandrone” — afferma Fiorentini — ci siamo trovati benissimo e con il passare del tempo abbiamo imparato a collaborare".

Lezione di vita — Lo sport non è soltanto un hobby o una cosa che si fa a tempo perso dopo il lavoro. Per il tecnico Fiorentini è un vero e proprio stile di vita e incarna nei valori dello sport quelli della sua personalità. “È stata una grande esperienza e una grande lezione di vita. Lo sport è importantissimo. Ho sofferto tanto ma alla fine ci siamo salvati. Credo che nessuno, nelle nostre condizioni, l’avrebbe portata a casa. Sono orgoglioso — conclude Fiorentini — dei miei ragazzi.

 


Simone De Cesaris



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