Figlio di portiere, fratello di portiere. Quasi un cammino deciso dal destino quello che riguarda Luca Costantini: a dire di Matteo Fiorentini, suo mister a Il Ponte, uno degli artefici principali della salvezza della squadra di Villa de Sanctis.

LA STORIA – Una volta, secondo le antiche credenze degli uomini, si credeva che le colpe dei padri ricadessero sui figli. Stando a vedere la storia dei Costantini, anche se quella di essere portiere non è neanche lontanamente una colpa, si potrebbe dire che qualche eredità genetica c’è. “Ho cominciato dal calcio a 11, giocavo con la Libertas Centocelle – una squadra storica del quartiere, n.d.r. – e non ho mai avuto intenzione di uscire dalla porta. Mi piaceva il ruolo, lo stesso di mio padre e di mio fratello”, il racconto di Luca. Suo fratello Simone si è fatto un nome nel futsal e, pur non esordendo mai nel gotha del futsal italiano, tra Brillante, Lazio e Acquedotto è arrivato alla Serie A. E proprio grazie al fratello passa a Il Ponte, unica squadra con cui abbia giocato finora. “Era il primo anno di esordienti: Simone giocava all’Acquedotto e mi ha consigliato di venire a giocare qui”. Un consiglio azzeccato, se a oggi Luca è uno dei portieri più giovani a giocarsi le sue carte in C1, impiegato stabilmente da mister Fiorentini. “Non so davvero chi sia migliore, tra me e Simone: lui ha giocato a livelli più alti, qui invece c’è aria di famiglia. Qui non si sente mai troppa pressione”.

DICONO DI LUI – Un mix strano e variegato ha permesso, negli anni, a Luca di diventare così forte: la genetica e i consigli del fratello Simone; le sapienti conoscenze di Davide Liberati, preparatore esperto degli estremi difensori a Il Ponte; infine il tecnico Matteo Fiorentini, a sua volta ex portiere e interessato fortemente a crescere nuove leve. “Ho avuto sempre un debole per Luca, anche ai tempi del Savio ho provato a portarlo da me ma senza successo. Ho un debole per lui perché mi ricorda, per struttura fisica, me quando giocavo: è la versione senza difetti di Matteo Fiorentini”, il pensiero del tecnico, autore insieme ai suoi ragazzi di una storica salvezza in C1 con il roster di Villa de Sanctis. Che entra nel dettaglio, analizzando pregi e difetti del suo portiere. “Lui è uno dei migliori portieri italiani della sua età, secondo me. Ha tutte le carte in regola per fare bene, soprattutto quelle mentali. Ha giocato sempre, sia con la Juniores che con la C1, su 70 partite ne ha sbagliata, forse, una sola. Può migliorare, per carità: ma il fatto che lavori con Davide Liberati, preparatore sempre presente, gli permette di crescere in maniera esponenziale. Un professionista vero”.

STATISTICHE – Di certo è complicato trovare numeri che possano essere significativi per un portiere: quasi impossibile sapere quanti gol abbia subito. Di certo c’è che se Il Ponte si è salvato, al primo anno di C1, e se è la quartultima difesa del gruppo B il merito è in larga parte anche di Luca. “Alla base del mio futsal c’è il divertimento: mi riesce difficile avere pressione per una partita, non credo che si debba avere il mal di pancia per un gioco. Anzi credo che non sia positivo avere troppa pressione per uno sport”, l’idea di Costantini, che nasconde uno dei migliori pregi del portiere classe ’99, secondo il fratello Simone e Fiorentini: un giocatore che non sente la partita, non accusa le componenti emotive che possono influenzare il rendimento di un giocatore. “In fondo cerco quello che cercano tutti dallo sport, arrivare più in alto possibile; questo è il fulcro della competizione sportiva: ma spero di poterlo sempre fare trovando il modo di divertirmi, senza eccessiva pressione. Non sarebbe quello lo sport che vorrei fare”. Molti occhi puntati addosso quest’anno: chissà che un’occasione ghiotta, di una vetrina importante, per il giovanissimo Costantini, non possa capitare a breve.

Marco Panunzi

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