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Juniores campione d»â„˘Italia, col trio delle meraviglie. Corsaletti: «Risultato storico»Âť

 04/05/2018 Letto 1327 volte

Categoria:    Giovanili
Autore:   
Società:    RAPPRESENTATIVA





13 anni dopo, il successo nella categoria Juniores è targato Lazio. Ottavo successo per questa fascia d’età per la regione, che ha sventato il possibile aggancio in vetta da parte della Sicilia (per numero di coppe conquistate), sconfiggendo in finale proprio gli isolani. I Corsaletti, padre e figlio, e Rinaldi sono gli artefici di un successo che è entrato nella storia.

DI PADRE.. – Aveva già vinto il torneo delle regioni, mai con la Juniores. Con questo trofeo arriva a 3 titoli di campione d’Italia, dopo i due con gli Allievi. “L’elemento più importante è il comportamento, in una settimana come quella del TdR fondamentale deve essere la professionalità. Il gruppo è stato un gruppo vero, una famiglia: ci si muoveva tutti insieme, nessuno andava da solo, neanche nei momenti liberi. I ragazzi sono stati rispettosi in tutto, orari, appuntamenti”, il pensiero del tecnico della Juniores laziale, campione d’Italia dopo 13 anni. Un risultato storico considerando che, al tempo dell’ultimo successo, partecipavano molte meno squadre e la formula era diversa (il limite d’età, ad esempio, era 23 anni). “Ovvio che poi c’è il campo, a dare le sue risposte. Per esempio il Piemonte era la squadra considerata favorita, dagli addetti ai lavori: in semifinale abbiamo fatto un secondo tempo da spot del calcio a 5, me lo hanno detto in tanti. In finale con la Sicilia, loro sapevano di incontrare la più forte. Ma siamo stati più forti anche per il nostro atteggiamento, mai polemici con gli arbitri e sempre concentrati”. Quando finisce (in trionfo) una settimana così intensa, tipica delle manifestazioni brevi, è doveroso condividere i meriti. E Corsaletti, da buona guida qual è, ne ha da assegnare molti. “Un plauso va a tutti i 12 che ho voluto con me: sono grandi giocatori, hanno una strada luminosa davanti a loro. Un pensiero poi lo dedico a Maurizio Rinaldi e a mio figlio Valerio: loro hanno sofferto più di me e mi hanno supportato in maniera ammirevole. Ho pianto alla fine, con loro, per questo splendido successo. Successo che deve inorgoglire tutto il futsal laziale; deve far pensare le società e mostrare che questa è sempre un’occasione, per tutto il movimento della nostra regione”.

..IN FIGLIO – Era l’uomo meno esperto, ma solo di panchina. Perché nel futsal ha avuto esperienze in ogni dove (Honey, Valle dei Casali, Sporting Albatros e Veterani tra le altre) e ha imparato il calcio a 5 da allenatori come Tallarico e suo padre Salvatore. “Sensazioni bellissime, è davvero un’emozione aver conquistato questo trofeo. Sono l’ultimo arrivato in uno staff pieno di tanta competenza, ma questo titolo lo sento anche un po’ mio”, le parole del vice selezionatore della rappresentativa Juniores, Valerio Corsaletti. Che, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ora studia per costruirsi un futuro da allenatore della disciplina. L’alba è benaugurante, visto il successo storico alla prima esperienza. “Il grosso lo ha fatto mio padre, io ero un po’ quella che si può definire un’ombra: dove non c’era lui, mettevo qualcosa io. Soprattutto quando bisognava visionare i giocatori da convocare per gli stage, ci dividevamo il compito e provavamo a coprire più campi possibile”. È sempre bene ricordare gli inizi, i primi risultati; sono quelli che spingono a dare il massimo nel futuro, il motore delle gesta future. Ma anche questi risultati hanno, a loro volta, una forza che li muove. E questo Valerio lo sa. “La mia dedica è per la mia bambina di 18 mesi. Nel suo piccolo, è stata lei a portarci fortuna: la chiamavamo tutte le sere, con mio padre, come se fosse un talismano per noi. Ora che è finito tutto si è rivelata la mascotte di questa Juniores vincente”.

RINALDI – “Un’esperienza stupenda ma anche faticosa, che porta via energie fisiche e mentali, dai primi raduni fino alla finale. Vincere 3 scudetti non è facile, specialmente quest’anno nella competizione più complicata. Coi Corsaletti, al fischio finale, ci siamo cercati per abbracciarci e piangere di gioia: sono due persone uniche, le considero parte della mia vita, come unici sono questi ragazzi”, la gioia di Maurizio Rinaldi, parte dello staff che ha curato il percorso della Juniores che si è aggiudicata il titolo di Campione d’Italia. “Adoro lavorare con i portieri, che siano grandi o piccoli. Cerco di prepararli per il meglio, chiedo molto ma ho sempre un ricambio da loro. Alcuni dicono che sono bravo, io mi ritengo solo molto fortunato perché ho allenato i più forti: quindi il mio lavoro diventa più facile, non sarei nulla senza di loro”, il pensiero del preparatore degli estremi difensori della selezione guidata da Salvatore Corsaletti, che quest’anno ha già gioito molto, con la promozione in B dello Sporting Juvenia. “Questa vittoria la dedico a mia moglie e mia figlia, ai ragazzi delle due rappresentative che nei scorsi anni hanno sofferto con noi e a due persone che non hanno fatto parte del gruppo per altri motivi, Gabriele Nanni e Giulio Parigi: questo scudetto è di tutti voi. Grazie”. E, forse, è il trionfo di tutto il movimento laziale.

Marco Panunzi
 



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