Mai nessuno nella storia della Liga ha rimontato uno 0-2 nelle Finals. Una legge confermata anche dopo una delle serie "scudetto" più euquilibrate che la storia spagnola ricordi e nonostante un Barcelona stoico. L'Inter Movistar si aggiudica il quinto titolo di fila con Velasco in panchina, domando i coriacei Culé ai tiri di rigore.

 

 

I TEMPI REGOLAMENTARI - Gara-5 di Torrejón de Ardoz è senza Ricardinho, un match dove Jesus Herrero da una parte e Paco Sedano (alla sua ultima partita di una strepitosa carriera) la fanno da padrona. L'estremo difensore degli azulgrana salva su Gadeia, e dal possibile 1-0 si passa in pochi secondi allo 0-1: transizione di Dyego, che fugge a campo aperto, infila Jesus Herrero, realizzando l'unica segnatura nella prima frazione. Nella ripresa l'Inter Movistar si riversa nella metà campo avversaria e domina in largo e lungo, anche perché i Culé si caricano di falli e perdono via via per infortunio Esque, Leo Santana e Aicardo. Elisandro colpisce un clamoroso palo, Lozano salva sulla linea una rete di Pola che sembrava già fatta. Lo strameritato 1-1 lo mette a segno l'Imperatore Elisandro, con un "bombazo" che spacca la porta. Finale thrilling. Il sesto fallo di Joao manda al tiro libero Gadeia: traversa! Jesus Herrero dice no a Rafa Lopez nel finale, per la terza volta in cinque partite si va ai supplementari.

SUPPLEMENTARI E RIGORI - Le emozioni non mancano all'extra time, nonostante Velasco perda Rafael e Plaza l'ex Rivillos, entrambi per infortunio. Sergio Lozano potrebbe riportare avanti il Barça, ma spreca un tiro libero calciando altissimo. Paco Sedano salva su Daniel, Jesus Herrero su Dyego, c'è bisogno dei tiri di rigore. Borja entra e segna, imitato da Dyego. Il Mago Velasco manda in campo Alex Gonzalez: penalty parato al Bufalo Lozano, come ai tempi del Burela. Gadeia realizza il rigore del definitivo 4-2. Nel giorno in cui la Luparense annuncia di non iscriversi in Serie A, Velasco (tris di scudetti a San Martino) conquista il suo quinto di fila in Spagna. Jesùs mio!

 

HIGHLIGHTS

 

Pietro Santercole