skin adv

#Futsalmercato, Vignoli segue Juninho e Castagna. "All'Imolese non solo nomi"

 03/08/2018 Letto 427 volte

Categoria:    Serie B
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    IMOLESE 1919





Due storie che s'intrecciano: da un lato l'Imolese, novizia del mondo professionistico, dall'altro Igor Vignoli, che sceglie di festeggiare in rossoblu i vent'anni di carriera nelle categorie nazionali. "Ritengo siano un onore e un privilegio - afferma il dg Gianluca Matera - avere Igor tra noi. Sono certo che la sua presenza porterà l'ambiente a fare un salto di qualità sul piano professionale." Centrale difensivo, faentino, Vignoli, classe 1980, entra nel mondo del futsal a 17 anni, per debuttare, dopo soli due anni, nell'Arzignano di A2. Riceve la chiamata della nazionale Under 21, seguita, dieci anni dopo, dalla Nazionale maggiore. Gioca a Cesena, nell'Imola di Vezza, nel Kaos, nel Forlì, di nuovo nell'Imola: sempre in prima linea, sempre protagonista.

IL SEGRETO - Quale il segreto di una simile longevità sportiva? "Per scelta - spiega Vignoli - ho sempre voluto portare avanti, in parallelo, il lavoro, consapevole che la mia vita sportiva potesse finire in qualunque momento. A parte aver condotto una vita regolare, ho cercato di tenere i piedi per terra e di essere umile: credo sia questo il segreto della mia piccola grande carriera." Il suo arrivo all'Imolese è, al contempo, un ritorno al passato: "Carobbi è stato il mio allenatore per due anni a Forlì. Ci siamo sempre tenuti in contatto e quest'anno è riscattata la scintilla. L'Imolese si sta affermando come una realtà in crescita del futsal ed io sono pronto a rimettermi in gioco. Cosa mi aspetto? Una società neopromossa che si trova ad allestire una squadra di prima fascia deve fare una stagione più che positiva. E qui sta a noi giocatori dimostrare, coi fatti, che non siamo solo dei nomi". Un Vignoli designato anche al ruolo di "mentore" in un gruppo molto giovane: "Non mi reputo un fenomeno, ma, se i ragazzi vogliono attingere qualcosa dalla mia esperienza per il bene della squadra, sono a loro disposizione. Quello che vorrei che i giovani capissero è che il successo richiede sacrificio e tanta gavetta. E, soprattutto, non bisogna mai sentirsi arrivati." Alle soglie dei quarant'anni, a chi va uno speciale ringraziamento?: "Sicuramente alla mia famiglia, che mi sopporta e mi supporta, e a cui, purtroppo, tolgo tempo. Ma un 'grazie' va anche alla mia 'zucca': è quella, non i piedi, a fare l'80% di una carriera".

Ufficio stampa Imolese



COPIA SNIPPET DI CODICE











-->