Oltre l'apparenza. Dopo 22 anni di storia che sfocia nella leggenda, il Veneto si ritrova ad affrontare l'imminente stagione calcettistica senza il club più titolato d'Italia, quello capace di portare un comune del Belpaese di poco più di 13 mila persone, alla ribalta Mondiale, perché tutti nel corso degli anni hanno imparato a conoscere San Martino. La quinta regione per popolazione prova a ballare senza Lupi, riuscendoci almeno a bocce ferme.

COMUNQUE RECORD - La scelta di Zarattini di investire nel calcio a 11 non ha influito, almeno a livello numerico, sull'intera regione. Sempre due squadre in A (Came Dosson e quell'Arzignano che torna nel gotha del futsal nostrano a 8 anni di distanza dall'ultima volta), la perdita di un club fra i cadetti (da 9 a 8), viene supplita dall'aumento di una società in A2: da due a tre. La somma, insomma, fa lo stesso totale della passata stagione: il Veneto è pur sempre una delle sei regioni presente in tutti i campionati maschili di calcio a 5, mantenuto ed egugliato nuovamente il primato personale di 13 società (che vale il podio generale), come un'annata fa e come nel 12-13, quando c'erano quattro venete in A. C'è qualcosa di buono tendente all'ottimo, insomma, al di là dei Lupi. Il Petrarca Padova è sbarcato in A2 a dar man forte al Chiuppano, con il chiaro intento di provare a ripetere l'annata del "doblete" campionato-coppa in B. C'è pure il gradito ritorno del Villorba. Le otto cadette sono tutte le girone B: Sporting Altamarca e Sedico danno man forte alle più blasonate Canottieri Belluno Giesse, Città di Mestre, Fenice Veneziamestre, Futsal Cornedo, Miti Vicinalis Calcio a 5 e Vicenza. Impossibile ripetere le gesta della leggendaria Luparense, ma la quantità veneta c'è. E si vede.

Pietro Santercole

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