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Leticia Martin Cortes: "Devo dire grazie all'Italia, qui sono cresciuta molto"

 19/10/2018 Letto 716 volte

Categoria:    Femminile
Autore:    Redazione
Società:    VARIE





Leticia Martin Cortes si confessa ai microfoni di Calcio a 5 Live, in un’intervista a 360 gradi.

ITALIA – “Gioco in Italia da cinque stagioni. Quando si è presentata l’opportunità di giocare nel campionato italiano, ho detto subito di sì, ma sicuramente in quel momento non avrei mai immaginato che sarei stata da queste parti più di un anno - rivela la spagnola -. Potrei dire tranquillamente che in questo tempo mi sono divertita giocando più di quanto abbia fatto in Spagna. Avevo giocato solo nella mia città e volevo provare un’esperienza diversa, giocare in un altro paese, imparare un’altra lingua e vivere un’altra cultura. Ora ti posso dire che è stata e continua ad essere un’esperienza bellissima e non me ne pento assolutamente, anzi. Come giocatrice ho imparato tante cose a livello tattico e a livello caratteriale. Qua sono la giocatrice “straniera” e quindi la responsabilità aumenta. Prima di venire in Italia, non avevo mai vinto niente e non avevo mai giocato delle partite importanti. Le stagioni in cui abbiamo vinto la Coppa Italia con l’Isolotto e lo ccudetto vinto a Terni con l’Olimpus le ricordo in un modo speciale. La stagione scorsa, invece, non mi sono divertita molto e perciò con il Montesilvano vorrei tornare a farlo”.

PASSIONE – L’amore per questo sport ha radici lontane, anzi lontanissime: “Gioco a pallone sin da piccola. I miei genitori accompagnavano sempre al mio fratello alle sue partite e io andavo con loro - racconta Leticia -. Mi ricordo sempre con il pallone, quindi non so quando ho deciso di iniziare. È stata una cosa naturale. I miei mi hanno sempre portata da tutte le parti per poter giocare. Per loro il calcio è sacro. Come ho letto ultimamente da qualche parte, “sforzo” è quando tu fai una cosa che non ti piace, a me il futsal piace e tanto, quindi è valsa la pena fare tutto quello che ho fatto se oggi mi ritrovo qui. Praticare uno sport di squadra vuol dire che la collaborazione, l’empatia, l’altruismo e la sensibilità tra compagne dentro la squadra prevalgono sull'individualità o sull’egocentrismo e questi valori che ho imparato in campo, provo a portarli anche fuori. Passione e cuore sicuramente sono fondamentali per vincere, ma nel futsal attuale non bastano. Se non prepari bene le partite, se non sei una squadra preparata a livello tattico, non c'è niente da fare perché il livello si è alzato molto negli ultimi anni”. 

SPAGNA – Sa di dovere tanto all’Italia, ma Leticia non dimentica il suo Paese: “In Spagna si inizia a giocare da piccoli. Tante squadre curano molto il settore giovanile, ma per me un aspetto fondamentale è l’educazione fisica nelle scuole. La fascia di età della scuola elementare (6-12 anni) è un periodo fondamentale nello sviluppo delle capacità coordinative dei bambini che poi si ritroveranno più avanti nella pratica di qualsiasi sport o nella sua vita normale”. Poi un pensiero sulle due Nazionali: “Quella spagnola ha iniziato tanti anni fa, l’Italia ha cominciato da poco ed è normale che debba fare un percorso e acquisire esperienza come sta facendo. In generale, si vogliono avere subito dei risultati e questo è un errore. La strada è lunga e si deve lavorare con tranquillità e pazienza. Il tempo non deve essere un alibi, ma comunque deve essere preso in considerazione. Ho visto una Nazionale spagnola molto forte in questa fase di qualificazione per l’Europeo. Claudia Pons è molto preparata, spero di vedere le spagnole alzare la coppa di questo storico Europeo a febbraio”. 


Franco Diara



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