IL FATTO - Prima o poi scriveranno un libro su Dovenir Domingues, o più semplicemente Neto, così come lo conosce il futsal internazionale e non. Un libro da leggere tutto d'un fiato, come la corsa instancabile di un "futsalero" verso la storia della disciplina con il pallone a rimbalzo controllato. Nel 2004 sbaglia il rigore che manda in finale la Spagna, sappiamo tutti, ahinoi, come finì la kermesse iridata di Taipei. Nel 2008 il fuoriclasse di Uberlândia salta la kermesse iridata di Rio de Janeiro a causa di una lesione al ginocchio: vede il suo Brasile tornare sul tetto del mondo festeggiando dalla tribuna. Nel 2012 il "craque" verdeoro si riprende tutto con gli interessi: riporta la Canarinha sul tetto del mondo, realizzando la rete tanto spettacolare quanto decisiva, che spegne i sogni di gloria di Venancio Lòpez e la sua Spagna. "Neto è fortissimo. Lui corre sempre: prima, durante e dopo un incontro. Corre sempre e non si stanca mai". Così parlò un certo Vinicius Bacaro subito dopo la conquista di Neto del Pallone d'Oro 2012.

LA VITTORIA PIU' BELLA - Il titolo ottenuto in Thailandia cambia la sua carriera. Tutti vogliono Neto. Il Gazprom Ugra lo porta in Europa, ritorno in Brasile nel Corinthians, di nuovo nel Vecchio Continente con i croati dello Split Tommi e il Kairat Almaty. Poi il dramma. Gli viene diagnosticato un tumore al cervello. Il mondo del futsal si stringe nuovamente attorno a lui. Ora la vittoria bella, la sconfitta di quel bastardo cancro, come rivelano i media brasiliani. Le cicatrici sulla testa sono il ricordo di tanta sofferenza. "La fede in Dio e la mia famiglia sono stata la cura più importante". Corre di nuovo Neto. Corre sui campetti sintetici con i suoi amici, corre verso una nuova vita. Già, la bellissima Juliana gli sta per regalare un figlio. Parabens: sei forte papà!   

Pietro Santercole

*Foto: Fifa

Articoli correlati