Magari ci fossero problemi solo nel futsal, si saprebbe con chi prendersela. Certo, la 36esima edizione della Serie A ha perso squadre blasonate come Luparense e Kaos, per motivi differenti, questo va sottolineato - che fa rima con evidenziato - per onestà intellettuale: il club più titolato d'Italia ha scelto di convogliare la maggior parte delle risorse nel calcio a undici, Calzolari dopo le vicissitudini con Saverio Bari ripartirà dalla B insieme all'Imolese. Fa male, sicuramente, non vedere vice campioni d'Italia e i trionfatori della prima #CoppaDivisione ai nastri di partenza, insieme a IC Futsal e Cisternino. Ma basta allargare gli orizzonti per capire che il problema che affligge le società sportive è molto più grave e ad ampio raggio di quello che si possa immaginare.

LA CRISI - La prima Uefa Futsal targata Champions League rischia seriamente di perdere i campioni ungheresi del Gyor, il castiga-Lupi semifinalista europea. Anche lo sport che va per la maggiore, il calcio, è in piena crisi. E non è tutto CR7 quello che luccica. La prossima Serie B, che da Sky passerà alla nuova piattaforma DAZN, nonostante gli introiti provenienti dai diritti televisivi ha perso squadre del calibro di Bari e Cesena: una con 110 anni di storia, due campionati cadetti vinti, uno scudetto Primavera, senza dimenticare la prestigiosa Mitropa Cup e la lunga militanza in A; l'altra in 68 anni ha sventolato due volte il tricolore Primavera vincendo anche un Torneo di Viareggio e fregiandosi della Coppa Italia di C. Non solo, perché anche l'Avellino - la cui fidejussione non convince del tutto la Co.Vi.Soc - richia di non iscriversi alla prossima categoria, per non parlare della C, dove si parla di una vera e propria ecatombe. La verità è che tutto il mondo è paese: la crisi economica coinvolge tutti, anche i "ricchi", alcuni dei quali piangono.

Pietro Santercole

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