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Mancini, un tipo da spogliatoio. "Rispetto, fiducia e di armonia: così l'Hatria si salverà "

 03/01/2017 Letto 933 volte

Categoria:    Serie B
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    GLS HATRIA





Una bella chiacchierata con Loris Mancini, preparatore atletico della GLS Hatria C5, che ha spiegato in primis il momento della squadra, il secondo ciclo di preparazione atletica al quale sono stati sottoposti i giocatori ducali. Il 36enne chietino, la scorsa stagione al Futsal Aprutino, ha poi continuato parlando del lavoro tecnico dei preparatori, di come si devono approcciare con gli atleti e dell'importanza nell'avere una forma fisica adeguata.

Sei ad Atri da agosto, come ti sei calato nella realtà ducale? Hai un buon rapporto con staff tecnico, giocatori e dirigenza?
Devo dire che mi sono trovato subito bene, in grande sintonia con staff tecnico,giocatori e dirigenza, infatti dal primo giorno tutti si sono messi a mia disposizione permettendomi di svolgere la mia professione nel migliore dei modi. Per un preparatore avere questa disponibilità è il terreno più fertile su cui lavorare.

Ti sei trovato benissimo con dirigenti , staff tecnico e giocatori, ma i primi hanno deciso di stravolgere la squadra a dicembre, questa scelta ha influenzato il suo lavoro?
Dal punto di vista della disponibilità la situazione è rimasta invariata, sia  Festa che Boranga sono tipi molto disponibili. Con il nuovo mister mi sono trovato subito in piena sintonia. Per quanto riguarda lo stravolgimento della rosa , la società ha preso la sua decisione e noi addetti ai lavori dobbiamo solamente proseguire il nostro da fare. Il nuovo gruppo, cosi come il “ vecchio”, è molto dedito al lavoro, allo sforzo, quindi posso dire che, dal punto di vista della mia professione, non è cambiato assolutamente nulla.

Come lavora un preparatore atletico? Ma soprattutto come lavora lei? Come struttura le sedute di allenamento?
Il preparatore atletico negli ultimi anni è chiamato a fare un tipo di lavoro molto preciso e molto funzionale. Funzionale perché il lavoro va fatto con lo strumento fondamentale di questo sport, ovvero il pallone,in modo da non annoiare gli atleti con allenamenti cosiddetti inorganici. Allenarsi con il pallone è anche importante perché rende più funzionale il lavoro atletico, il giocatore dev'essere sempre pronto ad un gesto tecnico ottimale anche sotto sforzo. Le sedute che organizzo sono poche volte senza pallone, questo aiuta anche il mister che può vedere non solamente il lato atletico ma anche quello tecnico-tattico.

La cosa fondamentale è la relazione con i giocatori, l'armonia dello spogliatoio è forse la chiave di molte delle prestazioni migliori di ogni squadra.
Appunto per questo, lei come si relaziona con i giocatori? In che modo stimola i giocatori allo sforzo?
Il preparatore atletico può essere visto come una figura antipatica, visto che va a chiedere ad un giocatore uno sforzo che potrebbe essere anche molto provante. Solamente instaurando un rapporto di rispetto, fiducia e di armonia con gli atleti, ti permette poi di ottenere da loro quella disponibilità di cui parlavamo ad inizio intervista. Poi io sono un tipo da spogliatoio, sono professionale quando devo esserlo ma sono anche il primo a scherzare quando è il momento.


UFFICIO STAMPA GLS HATRIA C5
FEDERICO ERMANNO DI FABIO



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