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Storie di futsal: 10 anni dopo lo sputo in pieno viso, ecco cosa è successo

 30/03/2023 Letto 2801 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Redazione
Società:    VARIE




Nello sport (e nella vita) può accadere che da un’azione negativa ne nasca una (o più) positiva.
Perché, a volte, la vittima non è soltanto colui (o colei) che subisce un’ingiustizia ma anche chi la compie, soprattutto se a commettere il reato (o la condotta illecita) è un giovane ragazzo neanche maggiorenne. Bisogna crederci, avere capacità ed anche un pizzico di fortuna.

LA STORIA - Proprio come è accaduto in questa storia dove i protagonisti sono Enrico Moranti, all’epoca dei fatti calciatore diciassettenne tra i migliori portieri classe '95 di tutta Italia, e Davide Fazio, ventinovenne allenatore e futuro avvocato.
È un freddo gennaio dell’anno 2013, e, in un campo all’aperto della periferia romana (“Hotel Petra” in Via Sante Vandi n°124 – zona Romanina) ed in pieno inverno, si giocava, in notturna, una delle partite più importanti ed attese del Campionato Juniores Elite (per livello l’attuale under 19 nazionale) di calcio a 5, tra i padroni di casa della Virtus Romanina (matricola federale ) e l’Alphaturris.
La partita è molto sentita perché vale il primato nel girone unico laziale ed è anche un sorta derby, vista la vicinanza dei campi, tra le due compagini.
Oltretutto i due gruppi si erano già affrontati nei precedenti campionati, sempre in sfide importanti e/o finali, ed aveva visto prevalere l’Alphaturris, la quale però si presentava a questo appuntamento con soli nove giocatori effettivi e, come dirigenti, due ragazzi in età under 21 a dare una mano all’allenatore, appunto Davide Fazio, unico “adulto” in lista.
La Virtus Romanina segnava due reti già nel primo tempo e, nel secondo, aumentava il proprio vantaggio ma l’arbitro, Sig. Paolo Giovannangeli di Ciampino (arbitro benemerito nel 2012), scriverà sul proprio referto di gara che “Durante tutta la durata dell’incontro il pubblico di casa, riconoscibile da tute sociali e slogan atti ad incitare la propria squadra, insultavano pesantemente e ripetutamente il sig. Fazio Davide, dicendogli ad esempio “cornuto, stronzo, pezzo di merda, vattene da dove sei venuto, coglione” e darà atto che, al ventesimo minuto del secondo tempo, i giocatori venivano distratti ed intimoriti dall’esplosione di un petardo.
La partita, in questo clima molto teso (e ben descritto nel referto arbitrale), terminava sette reti ad una a favore della Virtus Romanina.
Dopo il triplice fischio però, mentre i vincitori esultavano e qualcuno si incamminava verso il cancello di uscita del campo, il portiere della Virtus Romanina, Enrico appunto, anziché esultare per la vittoria, e senza aver subito alcuna provocazione, si avvicina all’allenatore dell’Alphaturris, Davide Fazio, e da una distanza di circa un metro, di fronte a numerose persone (tra cui anche l’arbitro che segnerà tutto sul referto di gara), gli sputava in pieno viso.
Capita spesso che (in realtà anche per molto meno) in situazioni del genere ci sia una spontanea (e sbagliata) reazione alla violenza subita.
Un’eventuale reazione ne comporta sempre poi di ulteriori, con l'inevitabile coinvolgimento di tutti i contendenti e pericolo per l'incolumità, anche fisica, di tutte le persone presenti.
Davide Fazio, uomo di legge in primis (all’epoca dei fatti era un giovane praticante procuratore) e nell’occasione allenatore/educatore di giovani calciatori (tutti minorenni), riusciva ad avere la forza di non rispondeva né verbalmente né fisicamente al vile affronto.
Ovviamente subire, in maniera gratuita, un atto del genere, di fronte a una moltitudine di persone perone, non è facile da accettare e crea tanta rabbia per l’ingiustizia subita. Tanta.

LA SQUALIFICA - Sebbene i fatti sopra descritti fossero di pubblica conoscenza, avendo il Giudice Sportivo del Lazio (con comunicato ufficiale n°62 del 2015) squalificato per tre giornate il medesimo Enrico Moranti perché “a fine gara attingeva con uno sputo al viso l’allenatore della squadra avversaria” (e sanzionato la Virtus Romanina con una ammenda di € 50,00 per il comportamento dei propri sostenitori), non arrivarono mai le scuse né pubbliche né private da parte di Enrico (il quale comunque all’epoca era ancora minorenne) e neanche da parte della Virtus Romanina.
Un solo tesserato della Virtus Romanina (già al termine della gara) si avvicinò a Davide Fazio e, lui che era stato educatissimo, chiese scusa per tutti quanto accaduto quella sera: probabilmente quel ragazzo era Mattia Raguso (forse lo stesso che attualmente gioca con L84), il quale, quell’anno, neanche terminò la stagione con la Virtus Romanina.
C’è da chiedersi come sia possibile avere, in un’età così giovane, così tanta rabbia; quale sia il vero obiettivo di una partita (che è e dovrebbe rimanere un gioco), se poi, sebbene vinta la sfida, ci si accanisca contro gli avversari. C’è da chiedersi come si faccia a non prendere posizione dopo un fatto del genere, come si faccia a non chiedere scusa.

LE CONSEGUENZE - A questo punto Davide Fazio, dopo aver parlato a lungo con i ragazzi che allenava, decideva di dare loro un'importante lezione di vita ma soprattutto decideva di darla ad Enrico, in quanto probabilmente era privo di persone adulte che lo sapessero indirizzare.
Davide Fazio comunicava formalmente quanto accaduto alla F.I.G.C. ed al Comitato Regionale del Lazio L.N.D. e chiedeva di poter adire le vie legali, specificando che, lo scopo della propria azione non era quello punitivo (trattandosi di un minorenne evidentemente malconsigliato dagli adulti, quindi anch’egli a sua volta vittima) bensì riabilitativo del ragazzo.
Davide Fazio chiedeva di poter agire civilmente per i danni morali subiti, specificando che la somma sarebbe dovuto essere stata devoluta in beneficenza direttamente dallo stesso Enrico affinchè potesse capire che i propri comportamenti erano certamente sbagliati ed avvicinarsi ai veri valori della vita e dello sport (condivisi anche da F.I.G.C. e L.N.D.): da un’azione negativa ne sarebbe scaturita una positiva.
Certo non era un percorso facile (e dall'esito tutt'altro che scontato) ma la Federazione Italiana Giuoco Calcio concedeva a Davide Fazio l’autorizzazione, ai sensi dell’art.30 comma 4 dello Statuto Federale, di adire le vie legali nei confronti di Enrico ed il C.R.Lazio forniva il referto arbitrale.
Davide Fazio conveniva quindi in giudizio Enrico chiedendo il risarcimento dei propri danni morali da devolversi interamente in beneficenza, in favore dell’Associazione A.TU.BA. (Associazione Tuluile Bantu per la promozione e difesa dei diritti umani in Africa) APS, organizzazione senza scopo di lucro, che aveva per progetto lo sviluppo di una cultura della solidarietà volta all’ autorealizzazione dell’uomo, come centro essenziale del progresso della società.
La suddetta APS opera tuttora in Congo (RDC) nel sud, in mezzo alla foresta equatoriale in un villaggio chiamato Makumbi, molto povero che conta 20.000 abitanti, con un progetto che prevedeva la costruzione di una un ospedale con 64 posti letti e un reparto di maternità con 35 posti letti.
Il Giudice, dopo molti anni di causa, riconosceva i fatti e visto che “lo sputo incide indubbiamente sul decoro, costituendo una manifestazione di disprezzo verso l’individuo nei cui confronti è diretto”, accoglieva la richiesta economica a favore dell’Associazione ATUBA.

OGGI - A distanza di dieci anni Enrico, maturato come uomo anche grazie a questa esperienza, ha contattato personalmente Davide Fazio, ha chiesto scusa (e con tale articolo le rende anche pubbliche) e, chiudendo bonariamente, ha spontaneamente donato la somma in beneficenza all’Associazione A.TU.BA., partecipando così con il proprio gesto alla creazione del primo Ospedale nel Villaggio di Makumbi (Repubblica democratica del Congo), dove, precedentemente, molte donne, costrette a partorire in casa, morivano di parto.
Enrico ha avuto la capacità di capire da solo che i propri comportamenti erano sicuramente eccessivi, sbagliati e che andavano contro i principi di sport, diffusi anche dalla Figc e dalla LND, come il sano agonismo ed il rispetto delle regole.
In generale tali principi, se sei fortunato, te li insegnano in famiglia oppure nell’associazione sportiva dove fai attività sportiva.
Dal 2020 anche la F.i.g.c., tramite il Settore Giovanile Scolastico, e la L.N.D. hanno avviato uno specifico programma sulla tutela dei minori nelle situazioni a rischio; un percorso che, integrando l’esperienza nazionale tracciata dalla FIFA, dall’UEFA e da Terre des Hommes, ha contribuito ad innalzare lo standard delle procedure di tutela internazionali e nazionali, per perseguire gli obiettivi della tutela dei giovani tesserati: la prevenzione dei rischi, la formazione ed educazione alla consapevolezza del tema, la segnalazione di eventuali problematiche e in generale la costruzione per i giovani di un ambiente sicuro e professionale.

IL COMMENTO - Davide Fazio: “Dopo dieci anni si chiude, positivamente, un cerchio. Inizialmente è stata dura perché non sapevo dove potessi arrivare e mi sentivo solo. È stata una sfida difficilissima ma sono orgoglioso di quanto fatto. Al termine ho ritrovato (e conosciuto) un Enrico responsabile e sincero. Ha avuto un percorso di maturazione più difficile rispetto ad altri ragazzi, semplicemente perché gli sono mancati i punti di riferimento essenziali quando, soprattutto in età adolescenziale, sono necessari per capire i giusti comportamenti da tenere nella vita (e nello sport). Ha capito i suoi errori ed io ho avuto la conferma che quegli errori, sebbene da lui compiuti, non fossero tutti di sua responsabilità.  Questo gli fa molto onore ed ha tutta la mia stima perché è riuscito davvero a trasformare positivamente la sua vita. Anche pubblicamente, gli faccio i miei complimenti per questa trasformazione e per il coraggio di raccontare questo percorso. Abbiamo deciso di rendere pubblica questa storia perché bisogna avere una speranza. Sempre. E poi perché quando le storie hanno un lieto fine, vanno raccontate: in questo caso, essendone usciti tutti migliorati, abbiamo vinto tutti. L’anno scorso da delegato Sgs del calcio a 5 del Lazio ho apprezzato il lavoro che Figc e Lnd stanno facendo sul territorio contro ogni tipo di violenza ed anche in merito alla tutela dei minori: è fondamentale aiutare i ragazzi che non hanno alle spalle sani modelli di vita”.

P.S. - Questo articolo è stato redatto con il consenso di Davide Fazio ed Enrico Moranti.




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