Eur, Bacaro non usa mezzi termini: “Velletri? Sarà un’ultima spiaggia. In questi momenti vengono fuori i veri uomini"
L’Eur deve reagire: dopo le tre sconfitte rimediate nelle prime quattro giornate di campionato, la squadra allenata da Emanuele Fratini sarà impegnata nella seconda trasferta consecutiva, in casa del Velletri Technology. Serve subito un cambio di marcia per muovere la classifica e ritrovare entusiasmo.
MOMENTO DIFFICILE - Il direttore tecnico, Vinicius Bacaro, analizza le prime uscite ufficiali dei capitolini: “L’avvio di stagione non è stato come pensavamo e desideravamo per diversi motivi, partendo chiaramente dai risultati. Ancora non siamo riusciti, anche per un po’ di sfortuna, ad avere la rosa al completo e con tutti gli elementi al 100%, ma sono cose che fanno parte del gioco. Dobbiamo saper fronteggiare le emergenze che capitano”. Domani, in quel di Velletri, l’Eur è chiamato a dare una risposta importante: “Anche per una questione aritmetica e di ragionamenti di classifica, non possiamo più permetterci altri scivoloni, quindi sarà un’ultima spiaggia - avverte Bacaro -. Affronteremo questa trasferta come avremmo fatto per tutte le altre, a maggior ragione adesso: in palio ci saranno tre punti fondamentali se vogliamo perseguire ancora gli obiettivi prefissati a inizio anno. Servirà tutto quello che non c’è stato finora da parte di alcuni: la giusta attenzione, tensione, cattiveria agonistica e responsabilità. Dobbiamo comprendere il momento difficile - continua una delle leggende del futsal -. Dalla mia esperienza in questo sport, in questi frangenti viene a mancare anche un po’ di fiducia e dobbiamo ripartire dalle cose più semplici, da quelle che ti permettono di continuare il processo iniziato e di recuperare, una volta ottenuti i primi risultati positivi, quella stessa fiducia. I giocatori sono sotto esame: come società, stiamo guardano quelli che sono i comportamenti, perché è in questi momenti che vengono fuori i veri uomini, chi ci tiene veramente all’Eur e chi fa solo il suo lavoro”.
GRUPPO - Bacaro ci tiene poi a sottolineare un aspetto importante: “In questi mesi si è formato un gruppo stupendo fuori dal campo, ma l’importante è quello che si costruisce dentro. Nella mia carriera ho avuto gruppi nel quale eravamo tanto amici fuori e dentro, e alcuni nei quali lo eravamo solo all’interno - racconta il direttore tecnico -. Eravamo tutti professionisti, lottavamo tutti per un unico obiettivo: io davo tutto per te e tu davi tutto per me. È fondamentale che loro diano tutto l’uno per l’altro, mettendo da parte qualsiasi tipo di accordo o disaccordo, di orgoglio e di ego, e remando tutti nella stessa direzione per raggiungere il risultato positivo. Ora dobbiamo stringerci e aiutarci per rimetterci in carreggiata”.
ESPERIENZA - Dopo una gloriosa carriera, quella all’Eur per Bacaro è la prima esperienza con un ruolo dirigenziale: “Il primo anno dopo l’addio è stato difficile e controverso: la lontananza dal campo, per gran parte dell’annata, mi ha portato ad avere anche problemi personali - confida il campione -. Non è stato facile staccarsi da una carriera bellissima, lunga e piena di cose, non percependo più quell’adrenalina che lo sport produce in noi. Il calcio per me è stato tutto: mi ha portato a conoscere gran parte del mondo, comprese altre due culture, quella italiana e quella spagnola, ma oggi mi sento bene e motivato per svolgere questo ruolo. Nella mia vita, le sfide, la possibilità di crescita e la curiosità mi hanno sempre permesso di andare al di là di dove si può arrivare solamente con gli occhi. Non sento la mancanza di giocare, e oggi la vivo in maniera diversa - afferma Bacaro -. È piacevole poter contribuire, mettere a disposizione e trasferire il mio bagaglio d’esperienza, mi sento in dovere di farlo. Ho conseguito delle certificazioni accademiche internazionali, l’ultima come mental coach: voglio aiutare i ragazzi più giovani, partendo da quelli del nostro club. Insieme al presidente Andrea Cirillo, con il quale mi lega un rapporto di amicizia, cerchiamo di far funzionare il tutto, e sono stati fatti dei passi in avanti. Riuscire a confrontarmi con lui, l’allenatore e i giocatori da un altro punto di vista non è così semplice: ogni giorno è una scoperta, ma, allo stesso tempo, una motivazione per migliorarsi costantemente - conclude il dirigente -. L’Eur è la mia squadra e il mio quartiere: mi sento parte di tutto questo e ci tengo particolarmente”.
Paolo Trotta