L'eco di Rieti, Pietropaoli: "Pugnalato alle spalle". E il futsalmercato impazzisce
La fine del grande futsal a Rieti ha prodotto due grandi conseguenze. Diametralmente opposte. La prima è nefasta per il popolo sabino ma anche per tutto il movimento, visto che Pietropaoli in 14 anni di onorata attività agonistica si era guadagnato i galloni di patron di un top club capace di mettere in bacheca due trofei (Winter Cup e Coppa Divisione), con tanto di finale scudetto, quattro semi e una Final Four di Champions persa ad Almaty con il Kairat per un tito libero (dubbio) a poco più di un minuto dal suono della sirena. "Ho chiuso subito dopo i sigilli, sia prima con la tv che dopo con il Real mi hanno pugmalato alle spalle. Sono stanco di avere m... addosso". Pietropaoli è un presidente estremamente deluso. "Quei sigilli non avrebbero dovuto metterli - continua il patron, in uno stralcio di un'intervista sul Messaggero - a parte Roberto Donati, che fino all'ultimo ha provato a convincermi, la politica è stata indifferente, mi pare che nessuno si sia strappato i capelli di fronte alla scomparsa del Real. I motivi? Probabilmente la politica non vedeva nei 300 del PalaMalfatti un palcoscenico per il suo tornaconto. Forse ho sbagliato anche io a non far capire quanto il Real fosse una perla".
LA SECONDA CONSEGUENZA è inevitabilmente un futsalmercato impazzito. Sono piombati tutti sui gioielli amarantocelesti, che avrebbero senza ombra di dubbio dato spettacolo in quel PalaMalfatti. Rafinha e Lukaian si sono accasati subito all'Acqua&Sapone, Nicolodi è stato oggetto del desiderio prima del Signor Prestito e ora è in ballo fra Sandro Abate che ammicca a Venancio Baldasso e un FF Napoli che ha praticamente preso Rafinha. Tobe piace a tanti, così come Ramon, per Javi Roni bisogna parlare con ElPozo Murcia, proprietario del cartellino dello spagnolo. Tutti insieme, con un'unica maglia, avrebbero battagliato per qualsiasi trofeo, ma non sarà così. Tant'è.
Pietro Santercole