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Andrea Arpinelli e il ruolo del preparatore: “Fondamentale per portieri e tecnici”

 06/06/2022 Letto 1907 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Alessandro Cappellacci
Società:    VARIE





Quello del portiere, soprattutto nel futsal, è un ruolo cruciale. Dietro ogni grande trionfo, infatti, c’è sempre stato un estremo difensore di livello eccelso a difendere i pali della compagine vittoriosa. Vedi, per esempio, Michele Miarelli e Ana Carolina Caliari Sestari, rispettivamente i numeri 1 dell’ultimo scudetto cucito sul petto sia dall’Italservice Pesaro che dal Montesilvano (ora Pescara). Per far sì che un pipelet - esperto o meno - arrivi a esprimersi con costanza di rendimento e affini la propria tecnica, tuttavia, c’è bisogno del supporto di un valido preparatore. L’History Roma 3Z, nei successi che hanno visto l’Under 19 aggiudicarsi due coppe Italia e una Supercoppa, ha potuto contare su Andrea Arpinelli.

Nel calcio a 5 odierno, quanto è importante il ruolo del preparatore dei portieri?
Arpinelli:
Tante società di futsal, finalmente, si stanno accorgendo che quello del preparatore dei portieri è un ruolo fondamentale, sia per gli stessi numeri 1 ma anche per il tecnico, che deve avere un punto di riferimento per l’allenamento, la crescita e la scelta degli estremi difensori all’interno di un roster. In questi ultimi due anni si è creata un’ottima sinergia con Simone Zaccardi, il quale, sin dall’inizio, mi ha sempre dato la responsabilità di scegliere il pipelet da schierare in gara e carta bianca sulle metodologie di lavoro. Devo dire, però, che in ogni esperienza ho avuto ottimi rapporti con tutti gli allenatori che ho affiancato in queste stagioni.

Oltre a livello tecnico, un portiere di alta categoria, soprattutto, deve essere preparato anche sotto quello mentale. Quanto incide nell’aspetto psicologico l’allenatore dei numeri 1?
A:
Il fattore mentale è di fondamentale importanza. Sono sempre riuscito a formare degli ottimi gruppi di lavoro con i miei estremi difensori e mi piace definirci come la “squadra nella squadra”, in cui cerco di essere sempre chiaro e diretto con loro. Mi piace creare un rapporto viscerale, che va anche al di fuori del campo, poiché ritengo che tra un portiere e il suo preparatore deve crearsi un’alchimia speciale, che fa sì che il pipelet possa arrivare alla prestazione nel miglior modo possibile. Un esempio posso farlo quest’anno con Luca Prudenzi, che, a causa degli infortuni e delle poche partite giocate, è giunto alla Final Eight di Coppa Italia Under 19 non al meglio a livello mentale. Prima e durante la competizione, tuttavia, siamo riusciti a tirargli fuori la grinta e il credere in sé stesso, che lo hanno portato a fare delle buone performance e hanno contribuito alla vittoria finale.

Durante la tua carriera, c'è qualche ragazzo che ti ha dato tante soddisfazioni e che ritieni potrebbe affermarsi, un giorno, nelle categorie più importanti?
A:
Da quando svolgo questo ruolo ho avuto la fortuna di allenare sempre dei portieri abbastanza giovani e di ottima prospettiva. Con Luca Costantini, in queste ultime due stagioni di Serie B, è stato fatto un grande lavoro, che lo ha portato, grazie alla costanza delle prestazioni, a essere uno dei migliori estremi difensori della categoria e, secondo me, potrà raggiungere alti livelli in questo sport. Ma tra i numeri 1 che ho preparato mi piacerebbe nominare Mattia Bardoscia, a cui faccio i complimenti per la vittoria del campionato di C1 e che ho visto tornare quest’anno ad alti livelli. Vorrei citare, poi, il classe 2004 Vincenzo Parente, che ho allenato questa stagione all’History Roma 3Z e ha tutte le potenzialità tecniche per far parlare di sé nelle prossime annate.

All’interno dello staff dell’History Roma 3Z, di recente, hai vissuto i trionfi dell’Under 19 in due edizioni della Coppa Italia e in una di Supercoppa. Nel futuro, invece, quali sono gli obiettivi che ti piacerebbe raggiungere?
A:
Ho lasciato il 3Z, che ringrazio per le due bellissime stagioni in cui abbiamo vinto, con l’U19, due coppe Italia e una Supercoppa. Il sogno, naturalmente, è quello di vincere un campionato, visto che mi manca, ma anche, un giorno, di salire di categoria e allenare i portieri in Serie A o in A2. Ora vedremo cosa mi riserverà il futuro, visto che non è sempre semplice far conciliare il futsal con il lavoro e, soprattutto, la famiglia, ma, sicuramente, non sarà facile rimanere lontano dal nostro amato sport.


Alessandro Cappellacci




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