Dopo aver vinto il proprio girone con quattro giornate di anticipo, l’Under 17 della Roma 1927 si è aggiudicata anche il derby contro la Lazio, conquistando la finale per il titolo regionale. Adesso un’altra sfida affascinante: sabato 12, al PalaCesaroni, l’appuntamento decisivo contro la Roma Calcio a 5.

“Con la Lazio è andata in scena una grande partita, ricca di scontri di gioco e belle azioni, veramente equilibrata”, premette Niccolò Marchetti, che poi analizza nel dettaglio il 3-2 del PalaOlgiata. “La chiave del match, secondo me, è stata avere una rosa più lunga. Tutti coloro che sono entrati hanno dato il massimo, e questo ci ha portato a non abbassare mai l’intensità e il ritmo - sottolinea il classe 2008 -. Complimenti anche ai nostri avversari, davvero una squadra di altissimo livello, ma sono contentissimo di tutti noi, dallo staff ai giocatori, fino ad arrivare ai tifosi, che ci hanno sostenuto, caricandoci di coraggio e voglia di vincere”.

Tra la Roma 1927 e il titolo c’è solo la Roma Calcio a 5: “Mi aspetto una gara intensa, combattuta fino all’ultimo minuto. Ci arriveremo con grande concentrazione e determinazione, consapevoli del duro lavoro svolto durante l’anno”. Una sola certezza: “Daremo tutto in campo, per uscire senza rimorsi, uniti più che mai”.

Non solo Under 17 per il giovane Niccolò, impegnato anche con l’Under 19: “Il doppio impegno mi sta aiutando tantissimo nel mio percorso, perché mi permette di confrontarmi con ritmi e livelli in costante crescita - spiega -. Questo è il mio primo nella Roma 1927, un passaggio incredibile: il salto di qualità è evidente sotto ogni punto di vista, sia per competenze e professionalità che per il clima che si respira ogni giorno”. Senza dimenticare i successi: “Abbiamo già conquistato due trofei importantissimi come la Supercoppa e la Coppa Italia, far parte di tutto questo è motivo di grande orgoglio per me”. Guai, però, ad accontentarsi: “Obiettivi? Lavorare a testa bassa per provare a vincere tutto e - conclude Marchetti - arrivare sempre più in alto”. In un contesto così i limiti non esistono.

Antonio Iozzo

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