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Corinaldo, uno splendido viaggio fino alla Serie A2. "Qui è tutta passione, da sempre"

 15/04/2025 Letto 124 volte

Categoria:    Serie B
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    CORINALDO





“Il più lontano di noi viene da San Costanzo. Qui è tutta passione, da sempre. Lavoriamo tutti, non giochiamo solamente, qui sono tutti sacrifici”. Nonostante siano già trascorsi dieci giorni, mi rimbombano in testa le parole del nostro capitano, Tommaso Campolucci, uscito dallo spogliatoio di Teramo con la bandiera del Corinaldo Calcio a 5 a mo’ di mantello e una promozione in A2 nelle gambe nel cuore nella testa. Già, perché il nostro è un viaggio che dura dal 1998, anno di nascita del Corinaldo Calcio a 5 (rinato poi nel 2002). Viaggiatori viaggianti che hanno travalicato i confini solo quando erano pronti a farlo, senza forzare la mano, senza sperperare risorse ed energie, ogni tappa a tempo dovuto. Ed eccoci qua. Partiti da noi, arrivati a noi. Un viaggio iniziato nei campi all’aperto e sbocciato tra le mura dei palazzetti corinaldesi.

Qualche giorno fa il nostro dottor Andrea Mancini ha inviato sul gruppo della prima squadra una tabella in cui faceva vedere come Corinaldo, 4754 anime, avesse vinto un campionato nazionale di serie B con città come Chieti (48434), Faenza (58800), Fano (59907), Teramo (51548), Cus Ancona (99469), tanto per citarne alcune. Davide contro Golia. Ci ha fatto sorridere. E inorgoglire.

Ora, in questi giorni mi sono scervellata parecchio per capire da dove potevo cominciare a scrivere questo epilogo stagionale. Alla fine ho deciso di iniziare dalla base. Perché le grandi scalate partono sempre dal basso. Partono da chi c’era quel 13 marzo 2015 (qualcuno c’era anche molto prima), quando Corinaldo vinse il massimo campionato regionale di C1: il presidente Luca Bucci, Daniele Bronzini (tra l’altro il primo allenatore nel primo anno di serie B), Eugenio Balducci, Marco Coppari, Giordano Giuliani, Francesco Bruni, Giacomo Anibaldi Ranco, Alice Mazzarini, Francesco Rugini, Bernardo Biagini (e Massimo Tinti, ma con lui si apre un altro capitolo), tutti presenti anche in quel lontano venerdì di dieci anni fa , quando il palazzetto di Corinaldo accolse un paese intero a festeggiare la nostra prima volta in cima alle Marche. La squadra invisibile, non c’è ma si vede eccome, cresciuta gara dopo gara, stagione dopo stagione, l’uno accanto all’altro. Siamo diventati grandi insieme, e insieme siamo arrivati a un nuovo traguardo. Non specchiandoci mai nei successi, ma continuando a lavorare duro, a condividere, a progettare. A sognare. Grazie.

Luca Bucci, il nostro incredibile presidente, e quella lunga storia d’amore che lo lega al Corinaldo C5, non smetteremo mai di ringraziarlo.

Il nostro Doc. Andrea Mancini, molto più che un dottore, un porto sicuro per i nostri ragazzi. “Ne’ guai non ci vuole pianto ma consiglio”, scriveva Leopardi. Noi aggiungiamo leggerezza e sorrisi, ciò che ha regalato il doc a tutti noi quando ci sono stati, durante la stagione, momenti meno belli. Una passione smodata per il nostro gioco di squadra (non solo in campo) e la nostra visione d’insieme. Partito in sordina, è arrivato a occupare un posto d’onore nel cuore di ognuno. Grazie.
(Un grazie speciale anche ai dottori Giuseppe Cacciamani, Andrea Moschini e Daniele Fraboni).
Andrea Carboni, preparatore atletico, grinta allo stato brado. Lui ha messo in moto, in questi ultimi anni, la macchina perfetta di ciascun giocatore, il corpo, per raggiugere traguardi sempre più ambiziosi. Immancabile presenza a bordo campo per sostenere i suoi, e guai a chi li tocca! Grazie.
Massimo Tinti, colui che fa sempre la differenza. Da lui e da alcuni suoi amici “giocavano a futsal e non lo sapevano”, nel 1998, è iniziato tutto. Lui, negli anni, con le sue squadre, dalla C1 alle giovanili, ha dominato la scena regionale. Lui, il re Mida del Corinaldo Calcio a 5, tra i più vincenti delle Marche. Lui, che sa parlare ai cuori e alle menti, rendendoli combattivi e vincenti. Ecco perché ci piace pensare che il destino abbia voluto proprio lui a traghettare i suoi uomini, dieci anni dopo averli accompagnati in serie B, in serie A2. Le squadre esprimono sul campo non solo la visione tecnico e tattica del proprio mister, ma anche la sua passione e il suo amore. Grazie.

Michele Micci e Giovanni Mancini, gli unici due giocatori in campo in entrambe le cavalcate vincenti: “esempio granitico di eleganza, tecnica e gentilezza” il primo; colui che non rifiuta gli schemi, ma ne crea di propri, talento (vero) e audacia, il secondo. Hanno un posto speciale nella storia di questa società. Grazie.

Proprio Michele Micci, a inizio e fine festeggiamenti, ha ribadito una cosa: “Ora il testimone passa a Tacco (capitan Tommaso Campolucci), che ha il dovere di trasmettere ai più giovani tutto quello che adesso è il Corinaldo, come lo feci io e prima di me Joe (Balducci)”. E arriviamo proprio a lui, al capitano, Tommaso Campolucci. Un campionato giocato praticamente da infortunato. Ma sempre presente, agli allenamenti e nei giorni dei giudizi. Se servirà coraggio, ci sarà lui a dispensarlo; se ci sarà da lavorare duro, lui per primo lo farà. Un esempio, sempre.

Filippo Bronzini, rinato. Questa è stata la sua stagione, stagione che ha sancito la nascita di un nuovo uomo, di un nuovo giocatore. Un passo alla volta, curando i particolari, dentro e fuori il rettangolo da gioco, ma alzando sempre un po’ di più l’asticella. Fino a raggiungere la vetta. Protagonista assoluto. Grazie.

Francesco Pianelli, l’ago della bilancia, in grado di spostare equilibri, folle e follie. Ho sempre creduto che Frezzo sia così forte, decisivo, al momento insostituibile, perchè ha sempre giocato divertendosi. Spensierato come pochi. Senza calcoli o luci della ribalta che potessero distoglierlo da ciò che è il calcio a 5: un gioco. Grazie.

Diego Rotatori, ovvero un calciatore di calcio a 11, leader carismatico, che un giorno decide di mettersi in gioco in un altro sport, il calcio a 5, sposando la nostra causa, innamorandosene, e pur non giocando quanto vorrebbe, rimane, perché sta bene con noi. A inizio anno regala a tutti un cordino rosso, di buon auspicio, poi c’è sempre e si fa trovare pronto quando viene chiamato. Le squadre hanno sì bisogno di gol, ma anche di presenze rassicuranti, votate al bene di tutti. Grazie.

Alessandro Bacchiocchi. Ancora ho impresso il suo volto quindicenne al palazzetto di via del Borgo di Sotto quel famoso venerdì di dieci anni fa. È lui quel ragazzo che sta guardando ammirato la nostra prima squadra festeggiante. Fa già parte, insieme a Pianelli, Perlini e Agostinelli, della prima vera “Armata Rossa”, quella squadra giovanile capitanata da mister Tinti (chi se non lui) che vinse tutto quello che c’era da vincere, classificandosi anche tra le prime 16 d’Italia con la squadra Juniores. Quel ragazzo è cresciuto, meticoloso e attento, animo tormentato ma sempre sul pezzo, e sempre a fianco, mai davanti.

Christian Perlini, una stagione eccezionale, proprio perché cercata e creata, fortemente voluta, grazie ai doni ricevuti: consapevolezza, umiltà e voglia di mettersi sempre in discussione. Grazie.

Marco Pettinari. Si è messo a nudo e in gioco. Ha accettato la sfida. Con la meta sempre in testa e una forte motivazione. Quando è sceso in campo si è visto, così come quando non lo ha fatto. Un talento cristallino, instancabile, generoso. Grazie.

“La perseveranza è il duro lavoro che fai dopo che ti sei stancato del duro lavoro che hai fatto”. Ho letto questa frase e ho pensato ad Andrea Perlini. Con le lacrime agli occhi a Teramo, a fine partita, incarna alla perfezione quello che è lo spirito del Corinaldo Calcio a 5: lavoro, lavoro, e ancora lavoro, l’unico modo per darsi una possibilità.

Davide Jacchetti. Zitto zitto, ha conquistato un posto in campo, posto che il Tenente non regala mai a nessuno, devi meritartelo. Davide si è sacrificato, adattato al cambiamento fino a farlo suo. Grazie.

Edoardo Agostinelli, Giovanni Coppari, Giovanni Aloisi, Tommaso Vesprini, Alessio Serrani, Manuel Rotatori. Sapere di poter fare affidamento è uno dei regali più belli che una persona possa fare. Loro lo hanno fatto alla squadra. L’aria sottile che si respira lassù, si respira anche grazie a loro.

Francesco Fedeli. Vi chiedo: chi, come lui, fuori ormai da due stagioni per infortunio al ginocchio (dicembre 2022 primo infortunio; marzo 2023 prima operazione al crociato; il primo giorno di preparazione di questa nuova stagione, agosto 2024, di nuovo male al crociato per colpa del collaterale; novembre 2024 nuova operazione al crociato e al collaterale) avrebbe seguito in lungo e in largo la squadra? Pochi, pochissimi. Ha sempre (e questo anche in campo) anteposto il noi all’io. Grazie Fedo, per ciò che sei e ciò che hai sempre dimostrato, con i fatti.

Li ho lasciati per ultimi, ma sono tappe fondamentali di questa lunga scalata, tappe in cui abbiamo iniziato a capire chi volevamo essere e dove volevamo andare, cadendo più e più volte, con l’acqua alla gola più e più volte, ma rialzandoci sempre, respirando sempre aria nuova, con qualche chilometro sulle gambe in più: Davide Gurini, Francesco Ferri, Tommaso Tonelli, coloro che, insieme a Daniele Bronzini, hanno guidato la serie B in questi dieci anni: al traguardo ci si arriva macinando tanta strada e tra le nostre impronte ci sono anche le loro, grazie. “Se è vero che amo giocare per la vittoria, c’è una cosa che va oltre e la rende nobile: il poterla condividere con gli altri”.


Alice Mazzarini
Ufficio Stampa Corinaldo

 





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