Il calcio a 11 sbarca nel futsal con la nascita del Varese: "Partiti in 230, ora siamo una squadra" PARTE PRIMA
Quando si parla di “Polisportiva” il pensiero corre immediatamente al Barcellona. La società blaugrana ha creato nel corso degli anni un paradiso dello sport con una tradizione forte e vincente. Ai successi di Messi e compagni si affiancano i trionfi di basket, hockey pista, pallamano e calcio a 5. A imitare i catalani provò negli anni novanta la Mediolanum di Silvio Berlusconi, ma il tentativo si spense dopo un solo lustro di vita a causa della riduzione del budget societario. La polisportiva nostrana più nota resta attualmente la S.S. Lazio; una bacheca decisamente meno ricca di trofei rispetto al Barcellona, ma una presenza radicata in tante discipline, dal calcio alla pallanuoto, dal pugilato al badminton. Da quest’anno, però, nel panorama sportivo italiano si è affacciato un nuovo progetto, nato in piena estate in Lombardia. Stiamo parlando dell’idea dell’A.S.Varese 1910, società militante nella Serie B del calcio a 11, che ha deciso di espandersi nel calcio a 5, iscrivendo una propria squadra al campionato lombardo di Serie D.
L'IDEA - L’anima di questo progetto è Graziano Saporiti, una lunga esperienza al servizio del calcio a 5 e da sempre una passione sfegatata per il Varese, la sua unica squadra del cuore come orgogliosamente afferma. È proprio Saporiti a raccontarci come è nata questa iniziativa: “Io lavoro per l’azienda di Nicola Laurenza, che cinque anni fa è diventato il main sponsor del Varese e lo scorso anno è stato nominato presidente del club biancorosso. Per circa quattro anni si è cercato di realizzare un progetto di una divisione di calcio a 5, ma la risposta positiva da parte della FIGC è arrivata solamente lo scorso maggio. Ci siamo messi subito a lavoro anche se siamo stati obbligati a fare le cose un po’ di corsa per via dell’iscrizione in extremis in Serie B della squadra di calcio. Sapevamo che l’appeal sarebbe stato indossare la maglia del Varese, però, l’obiettivo mio e dello staff era di far innamorare quanta più gente possibile a questa disciplina. Il calcio a 5 è tra gli sport più praticati a livello amatoriale eppure se ne parla sempre poco. Una squadra di Serie B è sembrato il mezzo migliore per fungere da cassa risonanza”.
I PROVINI - L’avventura del Varese calcio a 5, annunciata a fine luglio tramite un comunicato ufficiale, ha preso forma il 3 agosto con i primi provini presso lo stadio “Franco Ossola”. “Abbiamo lanciato la notizia dei provini. In una decina di giorni – prosegue Saporiti - ci sono stati ben 230 iscritti e la metà di loro si è presentata al campo. Abbiamo avuto richieste anche da fuori regione, dal Lazio, da Catanzaro, da Bari e da Verona. Abbiamo iniziato in una domenica d’agosto sotto la pioggia; le condizioni per giocare non erano ottimali, però, sono stati tutti fantastici, c’hanno fatto davvero emozionare. Da questo primo gruppo abbiamo scelto 30 ragazzi, ridotti poi a 17 da cui abbiamo generato una prima squadra e una Juniores”.
OBIETTIVI - Un progetto innovativo con il nobile compito di diffondere il futsal soprattutto nell’Italia settentrionale e contribuire alla crescita di una disciplina in cui di recente abbiamo vinto il titolo europeo con la nostra nazionale: “Nell’immediato non abbiamo nessun tipo di obiettivo in termini di risultati. Vogliamo solo consolidare le persone inserite nella nostra realtà e farle appassionare. Ci chiamiamo Varese, ma questo non ci obbliga a vincere sin da subito. Il nostro è un progetto a lunga scadenza. Oggi tutti parlano del nostro progetto e siamo contenti di ciò. Per noi diffondere il calcio a 5 rappresenta l’unica strada da percorrere per far crescere questa disciplina. All’estero c’è più seguito; basti pensare che in Argentina e in Brasile per esempio si gioca a calcio a 5 fino all’età di dodici anni e questo spiega il perché da loro i calciatori siano più tecnici”.
IL FUTSAL LOMBARDO - A Graziano Saporiti abbiamo chiesto un giudizio sulla situazione in Lombardia, una regione in cui è forte la necessità di puntare maggiormente sui giovani: “Il centro e il sud Italia la fanno ancora da padrone in questo sport. In passato abbiamo avuto due ragazzi provenienti dal Cadi Reggio Calabria. Visionando dei filmati, abbiamo notato squadre di C1 e C2 ai livelli di una nostra serie B. Lì ci sono realtà decisamente superiori come gioco. È anche bello che sia così, speriamo di arrivarci anche noi. In Lombardia ci sono tante società che ci stanno provando. Stiamo ancora un passo indietro, ma il nostro progetto vuole ha lo scopo di raggiungere questo obiettivo. Quanto più giovani sono i ragazzi che riusciamo a trovare, tanto maggiori sono le possibilità di farli innamorare del calcio a 5. Tempo fa in un’intervista dissi che nella provincia di Varese il mercato lo fanno sempre gli stessi nomi. Non esiste un progetto giovanile alle spalle. Questo è il nostro obiettivo. L’importante è capire che non si può pensare di puntare sui giovani e raccogliere da subito i frutti”.
Elia Modugno
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