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Mirafin, Petruzzi torna in panchina con l'U17: "Insegno ciò che ho imparato"

 21/11/2019 Letto 664 volte

Categoria:    Giovanili
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    MIRAFIN





Stephen King avrebbe detto: a volte ritornano. Questa volta si tratta di una ‘rentree’ non propriamente da horror, ma senz’altro a sorpresa. È Paolo Petruzzi a tornare in panchina: il d.g. della Mirafin da inizio stagione, nel più assoluto anonimato, è tornato all’interno del rettangolo di gioco per dirigere l’Under 17 della società del patron Mirra.

Paolo, dopo tanti anni lasci la scrivania per tornare in campo.
"Ho smesso di allenare perché ritengo questo ruolo difficile, infame, ingrato: quando vinci è solo grazie ai giocatori e alla società, mentre se perdi chiaramente il problema è tutto tuo. Per i giocatori, anche quelli che si allacciano le scarpe al contrario, sei sempre il capro espiatorio dei loro insuccessi. Devi coordinare l’attività di tutto lo staff tecnico, arrivi per primo al campo e vai via per ultimo, la sera studi e ti vedi filmati, poi devi avere anche la pazienza di stare a sentire tutti quelli che possiedono sempre una facile soluzione per tutto. Per allenare devi avere una grande passione ed essere anche po’ masochista".

Però sei tornato su una panchina...
"Nel calcio a 5 ho avuto molta fortuna, mi è stata offerta l’opportunità di imparare da chi ha scritto la storia di questo sport. Parlo di Piero Gialli, Corrado Roma, Agenore Maurizi, Maurizio Salustri. Grandissimi allenatori ma anche eccezionali maestri, non credo sia un caso che Diego Giustozzi, attuale allenatore campione del mondo, sia cresciuto con Piero Gialli, così come credo che Alessio Musti nel suo bagaglio tecnico abbia molto di quanto imparato da giocatore con Maurizi e Gialli. Quando ti senti fortunato, arriva un momento in cui credi che sia quasi doveroso provare a restituire alla ‘causa’ parte di quanto hai ricevuto".

Quindi sei tornato ad allenare l’Under 17 della Mirafin.
"Non proprio. Un allenatore a mio avviso ha il dovere di ottimizzare il materiale che ha con un unico obiettivo, che è quello di vincere il più possibile. Il mio obiettivo, condiviso con la società, è quello di far crescere i ragazzi, di prepararli ad una categoria difficilissima come l’Under 19 nazionale. Per fare questo devi consentire loro di sbagliare tanto, per poi arrivare a sbagliare sempre meno. Vincere le partite è più facile di quanto possa sembrare, insegnare a essere giocatore molto più difficile di quanto si pensi".

Domenica è arrivata la prima vittoria.
"È un premio per i ragazzi, ma abbiamo giocato meglio partite che abbiamo perso. Come ho detto, in questa fase il risultato è secondario: abbiamo poco tempo a disposizione e dobbiamo impiegarlo per imparare, anche durante gli incontri. Potremmo giocare in altro modo e vincere molto di più, ma non ci interessa".

Quali sono i tuoi progetti futuri?
"Il mio futuro è giovedì alle 18,30 a Via Venezia per l’allenamento pre-gara di sabato. I progetti sono per la scrivania quando ho il ‘cappello’ da d.g., quando indosso le vesti da allenatore l’unico obiettivo è quello di fare al meglio il lavoro della prossima seduta di allenamento".

A proposito di scrivania, la prima squadra è tornata alla vittoria.
"Si, contro un’ottima Lazio che mette in campo il frutto di un eccellente lavoro svolto negli anni con le giovanili. Noi quando siamo al completo e in condizioni fisiche accettabili possiamo vincere con tutti. Da incerottati abbiamo perso di misura contro corazzate come il Cobà e la Tombesi ed eravamo in parità a 3 minuti dalla fine con il San Giuseppe. Purtroppo la fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo e qualche altro problemino ci è già arrivato. Ma siamo abituati, sabato abbiamo una nuova battaglia a Ciampino, di quelle che possono indirizzare l’esito finale della guerra. Come al solito daremo il 110%, poi vedremo il risultato".


Ufficio Stampa Mirafin



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