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Tino: (comunque vada) un capolavoro da completare. R10, che delusione

 30/06/2020 Letto 792 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Pietro Santercole
Società:    VARIE





Era al comando della regular season spagnola prima del lockdown. E ha raggiunto la spaventosa cifra di 17 Finals. Non dovrebbe essere certo una sorpresa vedere l'Inter Movistar (37 trofei in bacheca) lottare per lo "scudetto" iberico, conquistato peraltro già in 13 occasioni. Già, non dovrebbe. Invece, a prescindere da come terminerà l'ultimo atto della kermesse del Martìn Carpena di Malaga, il buon Tino Pérez ha compiuto un mezzo miracolo, dando nuovi stimoli a un roster che il 30 giugno verrà di fatto smembrato. "Non abbiamo fatto ancora nulla - dice il tecnico madrileno, alla seconda finale di fila dopo quella in Italia con l'A&S - vedo tanta voglia nel gruppo e sono sinceramente molto grato per lo sforzo dei ragazzi. Il Viña Albali Valdepeñas è in uno stato di euforia, ma noi abbiamo pianificato i playoff express e finora sta andando tutto come immaginato". Non resta che completare l'opera, consapevole che in caso di sconfitta, nessuno può togliere a Tino il suo autentico capolavoro. 
 
 
TINO TOP, R10 FLOP Sono le due facce della stessa medaglia. Se l'allenatore dell'Inter, Panchina d'Oro in Italia, ha avuto il merito di tenere unito uno spogliatoio che si svuoterà praticamente in blocco al termine della finale, i demeriti di Ricardinho sono nel botta e risposta (sia sui media internazionali sia via social) col presidentissimo dell'Inter, in quello sguardo perso sul telefonino, con la testa altrove non certo al Martìn Carpena, mentre i suoi compagni di squadra sudavano le proverbiali sette camicie per ribaltare Jaén e Palma Futsal. Meglio quando deliziava la platea. In campo.
 
Pietro Santercole


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