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Stella Polare, l'orgoglio è la squadra Speciale. Catapano: "Tante emozioni"

 07/12/2017 Letto 790 volte

Categoria:    Giovanili
Autore:   
Società:    STELLA POLARE DE LA SALLE





La Stella Polare de La Salle da anni è al fianco dei ragazzi con disabilità, i quali, grazie alla squadra Speciale, hanno la possibilità di confrontarsi e divertirsi con lo sport che amano. Questa formazione è il fiore all’occhiello di una società che promuove l’integrazione e la voglia di far conoscere a tutti un mondo costituito da ragazzi di grande valore e bellezza.

CATAPANO - Il mister Paolo Catapano parla della sua squadra Speciale: “Sono ormai più di quattro anni che abbiamo questa formazione: siamo affiliati a Special Olympics, un programma che si occupa di chi ha ritardi intellettivi e non solo motori, che punta all’autonomia, all’autostima e alla integrazione tramite giochi. Ci confrontiamo anche con altre realtà che si occupano di calcio integrato, con tornei, amichevoli e tanto divertimento. Abbiamo iniziato ora la prima giornata del torneo e, anche se non è andata benissimo, i ragazzi si sono divertiti tantissimo. Il risultato non è importante e questa è assolutamente una regola alla Stella Polare de La Salle, ma in questa gara i ragazzi erano particolarmente emozionati e non hanno giocato al meglio delle loro potenzialità. In questa occasione, nello spogliatoio, il capitano Filippo, che non potrà giocare le prossime partite per via di un piccolo intervento, ha caricato i suoi compagni con un discorso molto bello: li ha invitati a credere nella squadra e, nonostante la sua assenza fisica, sarà con loro con il cuore”.

CAMPUS - Ogni anno la Stella Polare de La Salle organizza nel mese di giugno il campus della Scuola Calcio, al quale partecipa anche la squadra Speciale: “È il momento in cui si raggiunge e ci si avvicina alla piena integrazione. Il primo motivo per cui facciamo il calcio a 5 integrato è abbattere il muro, la distanza, l’indifferenza e la non conoscenza che porta a non avvicinarsi a questi ragazzi speciali. Quello che noi desideriamo è che ci sia una piena integrazione. Nelle settimane del campus, in cui i ragazzi vivono insieme tutta la giornata, si vivono momenti belli e indimenticabili tra i ragazzi speciali, che hanno una sensibilità unica, e i ragazzi cosiddetti normodotati della Scuola Calcio, i quali si integrano, li cercano e vogliono ascoltare i loro bellissimi racconti. Queste sono le emozioni che ci spingono a continuare questo progetto".

CRESCITA - Nel corso degli anni, la rosa si è amalgamata e ci sono dei nuovi innesti: “Il gruppo è sempre più coeso, ci vediamo anche in uscite fuori dal terreno di gioco: ogni giorno è una nuova esperienza ed emozione, occasioni di integrazione molto belle. Sotto l’aspetto tecnico, la crescita è evidente: in alcuni casi è più veloce, in altri più lenta. Abbiamo in questa stagione un nuovo acquisto, un ragazzo che è davvero molto bravo e che si è unito nel migliore dei modi. Purtroppo molte persone ancora hanno problemi ad avvicinarsi e accettare queste situazioni: spesso non si riesce a comprendere bene il mondo di questi ragazzi speciali, ma, nonostante tutto, continuiamo con grande soddisfazione a proporre un'attività che ci rende davvero orgogliosi”.

ISTITUZIONI - Dal calcio a 5 si passa a una nota negativa che si riscontra per i ragazzi che hanno disabilità. L’attenzione da parte delle istituzioni si concentra solo nel periodo in cui i ragazzi frequentano le scuole, ma non è rivolta al loro futuro: “Per questi ragazzi si tende a dare grande attenzione alle attività sportive, con addirittura tre diversi sport durante la settimana, ma, dopo che finiscono il ciclo di studi, si trovano nel nulla. Non si ha da parte delle istituzioni un apporto concreto e vero: se non si va a scuola, i ragazzi la mattina non sono impegnati in nulla, come se dopo la scuola non ci fosse bisogno di aiuto. È un aspetto che va sottolineato per sensibilizzare tutti a credere in queste persone, che sono davvero speciali”.


Chiara Masella



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