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Rubrica | Analisi tattica, Rino Chillemi: "La tattica aiuta se non c'è la tecnica, nomino..."

 08/10/2014 Letto 1631 volte

Categoria:    Serie A2
Autore:    Francesco Puma
Società:    CATANIA





Dopo Colini, Mannino e Patriarca, “Analisi tattica” fa un salto in Serie A2. In Sicilia, terra d'origine di Rino Chillemi. Classe 1967, l'attuale tecnico del Catania ha iniziato a giocare a calcio a 5 nel 1986. Per 10 anni ha difeso i pali della squadra della sua città. Una vera e propria bandiere. Quando inizia ad allenare, si è spostato giusto di qualche metro: dalla porta alla panchina dell'Augusta (iniziando con l'Under 21), con cui è un prendersi e lasciarsi continuo, per un totale di sei stagioni complessive, sfiorando la Coppa Italia persa soltanto ai rigori. Nel mezzo le esperienze con Corbino, Scicli (col quale ha ottenuto ottimi risultati), Gruppo Fassina e Melilli.

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Prima delle domande, cosa ne pensi dell'"Analisi tattica" di Mario Patriarca?
Parliamo di un ex grande giocatore oltre ad essere uno dei tecnici più preparati del futsal nazionale, per cui non posso che condividere.

Cos'è la tattica nel futsal?
Per come la vedo io, è uno strumento utilizzato da un allenatore per esaltare le caratteristiche tecniche, tattiche e mentali dei giocatori a propria disposizione.

Quanto conta?
È molto importante poiché permette, qualora si allenassero giocatori non tecnicamente eccelsi, di colmare, attraverso accorgimenti tattici preventivamente studiati ed allenati, il gap tecnico esistente nei confronti di un avversario tecnicamente superiore.

Come è cambiata dalla nascita del futsal ad oggi?
Ci sono stati dei cambiamenti profondamente radicali dovuti soprattutto all’avvento di giocatori sudamericani di grande talento che hanno ovviamente contribuito alla crescita di questa disciplina sotto il profilo prettamente tecnico e tattico. Inoltre, il miglioramento delle superfici di gioco, una volta esclusivamente in erba sintetica, ha fatto in modo di innalzare la velocità e di conseguenza lo spettacolo offerto.

Quanto contano i moduli?
Premesso che il modulo o sistema di gioco è una dislocazione iniziale dei giocatori in campo, risulta evidente che con la palla in movimento sono tante le variabili che incidono sulla qualità e lo sviluppo del gioco stesso. Disporre di giocatori tecnicamente dotati fa in modo che il modulo iniziale assuma un’importanza relativa poiché, nella fattispecie, verrebbe esaltata la qualità del singolo.

Qual è il tuo modulo preferito e perché?
Dall’inizio della mia carriera il 4-0 è stato sempre il mio sistema di gioco preferito (ricordo che questo sistema era utilizzato dal Genzano di Agenore Maurizi). Anche se con movimenti diversi sono stato uno dei primi ad applicarlo in Italia. Il motivo di questa mia preferenza può essere così sintetizzato: 1) Questo sistema di gioco non offre punti di riferimento alla difesa avversaria. 2) Il 4-0 assicura un efficace mantenimento del possesso palla e permette di giocare con relativa facilità “parallela” e “diagonale” (sviluppi di gioco che caratterizzano il calcio a 5). Bisogna però aggiungere che questo sistema di gioco comporta un notevole dispendio energetico da parte dei giocatori impiegati di conseguenza, oltre a necessitare di giocatori rapidi e con spiccata attitudine alla ricerca del gol, è opportuno mantenere una efficente condizione atletica.

Ti capita di cambiare modulo nel corso della partita?
Ovviamente non si può essere rigidi, sotto il profilo tattico, nel corso di un match. La “lettura” della gara, da parte di un tecnico attento, comporta sempre delle modifiche nel corso della stessa poiché, come sottolineato in precedenza, sono molteplici le variabili che incidono su una partita futsal.

Quanto è importante studiare la tattica avversaria?
Premesso che ogni tecnico predilige uno specifico sistema di gioco, tendente a dare una precisa identità alla squadra allenata, è sempre importante studiare e conoscere qualità e limiti dell’avversario di turno per poter trarre gli opportuni vantaggi in termini di gioco ed, ovviamente, di risultato.

Hai mai vinto una partita con una intuizione tattica?
Sì mi è capitato di vincere delle gare cambiando, nel corso delle stesse, una situazione tattica inizialmente non preventivata. Di contro è anche vero che, essendoci un avversario da contrastare, non sempre le modifiche apportate dal tecnico sortiscono gli effetti desiderati.

Quanto sono importanti le palle inattive?
Realizzare una rete su palla inattiva, opportunamente studiata e preparata in allenamento, è senza dubbio una variante importante nel corso di una gara “bloccata” sia sotto il profilo tattico che del risultato.

Difesa a uomo o a zona? E perché?
Io prediligo la marcatura individuale con “cambi” quando questi sono necessari (in zone lontane da quelle nelle quali si trova la palla). Questa scelta dipende soprattutto dalle esigenze che il fusal d‘elite (Serie A e A2) richiede poiché in queste categorie il tasso tecnico e tattico dei giocatori è molto elevato.

Fai uso della match analysis?
Ritengo che sia sempre utile analizzare un match precedentemente giocato in maniera tale da correggere eventuali errori commessi dal singolo o dalla squadra in generale (tutto ciò deve però essere finalizzato al “miglioramento” delle prestazioni della propria compagine e non a colpevolizzare eccessivamente un singolo per un errore commesso).

Quante ore dedichi alla tattica durante gli allenamenti settimanali?
Prediligo allenare la parte tattica in ogni seduta d’allenamento da me effettuata poiché attraverso il lavoro con la palla c’è sempre la possibilità di allenare e migliorare, oltre che alla qualità del singolo, anche la situazione tattica di squadra.

Quanto conta il quintetto iniziale nell'arco della partita?
Preferisco impiegare sempre i giocatori che mi danno le opportune garanzie sotto il profilo tecnico, tattico e mentale.

Puoi nominare il prossimo allenatore che si sottoporrà alle domande di “Analisi tattica”?
Nomino il mio amico Leopoldo Capurso del Kaos.


Francesco Puma





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