Rubrica | L'Analisi tattica di Podda: "Non trasformo numeri in cifre, la tattica anche nel torello"
Nominato da Massimiliano Bellarte (che fatto il record di visite, oltre 800 letture), Diego Podda è l'allenatore del Cagliari da otto stagioni. Prima di sedersi in panchina, il trainer sardo ha cominciato a giocare a futsal nel '91, in Serie A con il Delfino. Ha iniziato ad allenare prima nei settori giovanili, poi, nel 2006, l'approdo in prima squadra. Sempre al Cagliari, con una sola parentesi di una stagione al Basilea.
Clicca QUI per la puntata precedente.
Prima delle domande, cosa ne pensi dell'"Analisi tattica" di Massimiliano Bellarte, che ti ha nominato?
È lo specchio del suo modo di intendere la disciplina: profondità di pensiero, competenza, originalità in ogni interpretazione, ingredienti utilizzati per essere efficace come dimostra ogni stagione che lo vede alla guida di una squadra.
Cos'è la tattica nel futsal?
Qualsiasi accorgimento o strumento che permetta il miglioramento della collaborazione tra i giocatori in campo in ogni fase di gioco. La utilizzo per rendere proficua e funzionale la convivenza fra i giocatori.
Quanto conta?
È fondamentale. In uno sport di squadra l’aspetto fondamentale è la capacità di interazione fra i giocatori, la tattica permette di migliorarla.
Come è cambiata dalla nascita del futsal ad oggi?
È cambiata tanto nell’evoluzione di una disciplina che, seppur nata agli inizi del secolo, sta ancora trovando una sua definizione. Soprattutto In Italia i cambiamenti sono sostanziali: dal 1991 (mio primo anno nel futsal) ad oggi, è cambiato il pallone, la superficie, il regolamento più volte in diversi aspetti. L’evoluzione della tattica è stata inevitabile, nella velocità e nella fisicità del gioco, nella capacità di cogliere aspetti tipici di altre discipline e trasferirli nel futsal.
Quanto contano i moduli?
Contano i principi, che - se ben applicati - esaltano i moduli: non esiste modulo che possa prescindere da questa condizione. Non ne ho mai sposato uno, ma sempre allenato e sostenuto la capacità di lettura di situazioni all’interno di collaborazioni tra i giocatori.
Qual è il tuo modulo preferito e perché?
Mi piacciono le squadre dinamiche e propositive, che non conoscono pause e che abbiano un modo di essere identificabile e nel quale i giocatori trovano la gioia di giocare. Il mio modulo sarà quello più adatto a creare queste condizioni. Ho difeso a zona, individuale, individuale con cambi. In fase di possesso partiamo spesso con 4-0, ma trova spazio importante anche la figura del pivot.
Ti capita di cambiare modulo nel corso della partita?
Può cambiare l’applicazione di un principio, dal rispetto di ciò che è la norma all’esasperazione dello stesso se la fase della partita lo richiede. In una difesa di cambi, cercare il cambio di marcatura sistematico, piuttosto che evitarlo sempre giusto per fare un esempio.
Quanto è importante studiare la tattica avversaria?
Credo sia fondamentale migliorare la propria tattica portandola a perfezionarsi all’interno di una partita accentuando le caratteristiche e gli atteggiamenti dei propri giocatori per contrastare quelli avversari. Conoscere gli avversari mi permette di migliorare l’interpretazione delle situazioni da parte dei miei giocatori.
Hai mai vinto una partita con una intuizione tattica?
Ci sono partite preparate bene e interpretate bene, ma non credo di aver mai vinto una partita, credo di essere riuscito a trovare la collaborazione giusta da parte dei giocatori nell’interpretare le mie idee.
Quanto sono importanti le palle inattive?
Sono importanti perché offrono un vantaggio importante a chi ne beneficia. Si può realizzare un’idea preparata senza particolari condizionamenti ma in una situazione statica che permette il posizionamento voluto per la realizzazione della stessa. È una delle poche situazioni nelle quali si parte da una situazione di vantaggio.
Difesa a uomo o a zona? E perché?
Le ho applicate entrambe e credo nella validità di ognuna. In un sistema difensivo trovo utilissimo l’applicazione di alcuni principi dell’altro. L’idea di base non cambia, mi piace che la squadra sia aggressiva e propositiva con l’obiettivo del recupero della palla nel minor tempo possibile e in zone di campo vantaggiose.
Fai uso della match analysis?
La utilizzo, ma senza esasperazione. Cerco di cogliere situazioni migliorabili nell’analisi della mia squadra, indicazioni sulle abitudini avversarie, senza trasformare in numeri ciò che per me non è rappresentabile in cifre. Non credo che l’interpretazione di una gara possa essere sintetizzata dai numeri.
Quante ore dedichi alla tattica durante gli allenamenti settimanali?
Qualsiasi esercitazione proponga ha un obiettivo tattico, fosse anche un torello di riscaldamento.
Quanto conta il quintetto iniziale nell'arco della partita?
Il quintetto iniziale conta nell’impostazione che decido di dare alle rotazioni, ed è pensato in funzione di una ricerca costante di equilibri e competitività.
Puoi nominare il prossimo allenatore che si sottoporrà alle domande di “Analisi tattica”?
Nomino Massimo Monopoli dell'Ita Salandra, l’animatore numero uno nel villaggio degli allenatori.
Francesco Puma
Articoli correlati



