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Rubrica | L'analisi tattica di Capurso: "Match analysis fondamentale, e il mio quinto uomo..."

 16/10/2014 Letto 1992 volte

Categoria:    Serie A
Autore:    Francesco Puma
Società:    KAOS





Leopoldo Capurso è uno con il calcio a 5 nel sangue. Attuale allenatore del Kaos, il tecnico pugliese ha fatto la storia nel Bisceglie, portandolo dalla C alla Serie A, per un totale di 18 stagioni. Nel suo palmares una Coppa Italia di Serie B, nel 2003/2004. Quest'anno, a Ferrara, potrebbe essere davvero l'anno buono per vincere qualcosa.

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Prima delle domande, cosa ne pensi dell'"Analisi tattica" di Rino Chillemi?
Come si dice a Bisceglie, mi invitate a carne e maccheroni! È sicuramente un tecnico sprecato per l'A2, la mia stima e la mia amicizia nei suoi confronti è ampiamente conosciuta, anche se sul piano tattico, io con il mio 3-1 e lui con il suo famoso 4-0, non sempre siamo d'accordo, anzi. La sua analisi è stata come sempre in linea con la sua competenza e ampia conoscenza della disciplina di cui lui è sicuramente un grande interprete.

Cos'è la tattica nel futsal?
Ritengo che con il livello ormai raggiunto dalla nostra disciplina è una componente a dir poco fondamentale. In uno sport dove nulla può essere lasciato al caso è impossibile non avere una propria identità tattica attraverso la quale cercare di vincere.

Quanto conta?
Tantissimo! Non si può non avere un'organizzazione tattica se si vuole far giocare bene una squadra o se si vogliono raggiungere certi obiettivi.

Come è cambiata dalla nascita del futsal ad oggi?
Dal primo campionato di A dell'83 ad oggi, in virtù anche dell'invasione di tanti italo che sicuramente hanno innalzato il livello tecnico-tattico, c'è stato un aumento dell'intensità e gli allenatori già bravi hanno potuto avvalersi di tanti piccoli particolari che hanno accresciuto ancor di più la grande competenza e qualità.

Quanto contano i moduli?
Sono importanti perché vengono adottati in base a quelle che sono le caratteristiche dei giocatori che si hanno a disposizione e determinano un'organizzazione tattica che deve contraddistinguere ogni squadra di un certo livello.

Qual è il tuo modulo preferito e perché?
È sempre stato il 3-1, avendo avuto negli anni dei pivot con spiccate qualità. Di conseguenza ho sempre cercato di adottare questo modulo per le loro caratteristiche.

Ti capita di cambiarlo nel corso della partita?
Sì, in particolar modo ultimamente. Con l'assenza di Kakà stiamo giocando un 4-0 molto dinamico, avendo quest'anno anche altri giocatori idonei a questo modulo. Comunque, al di là di quello che può essere un modulo prevalente, è giusto che ogni tecnico cerchi di essere il più duttile possibile.

Quanto è importante studiare la tattica avversaria?
Oggi con le sedute video si ha la possibilità di vedere e valutare tutte quelle che sono le caratteristiche delle squadre che si vanno ad affrontare. Per me è importante: serve soprattutto per studiare le diverse situazioni da palle inattive, oltre che a capire e valutare eventuali contromisure.

Hai mai vinto una partita con una intuizione tattica?
È capitato spesso. A volte chiamando un time out per eseguire uno schema su palla inattiva, altre volte per alzare il portiere di movimento. Ho fatto più di 1000 panchine...

Quanto sono importanti le palle inattive?
Molto, molto importanti. In un campionato così difficile ed equilibrato le palle inattive studiate e fatte bene possono essere determinanti alla pari con il portiere di movimento, che è una tattica ormai consolidata. Infatti, oggi si giocano due partite in una: una normale e l'altra con il quinto uomo. Se vinci devi saper difendere e se perdi lo metti per recuperare. È difficile vedere oggi una partita che non si concluda con questa tattica.

Difesa a uomo o a zona? E perché?
Io ho sempre giocato a uomo, a parte poche eccezioni. Oggi un po' ovunque si attua questa difesa. Naturalmenti ci sono dei cambi e degli “aiuti”, non è individuale come quella del “maestro” Colini. Il perché è dovuto ad una semplicità di adattamento e ad una più chiara lettura di una situazione difensiva.

Fai uso della match analysis?
Molto. La suddividiamo in fase di possesso, di non possesso e di palle inattive. Lavoriamo sui particolari per migliorare sempre più.

Quante ore dedichi alla tattica durante gli allenamenti settimanali?
È sempre presente in ogni seduta di allenamento, attraverso anche le esercitazioni e le situazioni su cui andiamo a lavorare. Diciamo diverse ore.

Quanto conta il quintetto iniziale nell'arco della partita?
Direi che non c'è una preferenza rispetto ad altri nel proporre un quintetto o un altro. Naturalmente parliamo di roster in cui sono presenti più o meno giocatori di altissimo livello. Personalmente cerco di dosare il minutaggio iniziando già con il primo quintetto per poi arrivare alle fasi finali della gara con una certa lucidità.

Puoi nominare il prossimo allenatore che si sottoporrà alle domande di “Analisi tattica”?
Nomino David Ceppi del Fabrizio Corigliano.


Francesco Puma





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